Sport
Superlega sì! Corte Ue boccia Uefa e Fifa. Terremoto nel calcio
Corte Giustizia UE: no al monopolio di Uefa e Fifa, via libera per la Superlega
Superlega sì! Corte Ue boccia Uefa e Fifa. Terremoto nel calcio
Via libera alla Superlega. La Corte di giustizia dell'Unione Europea ha sentenziato un abuso di posizione dominante da parte di Uefa e Fifa, che non possono essere gli unici organi autorizzati a organizzare competizioni per club di calcio. Accolto il ricorso presentato dall'European Superleague Company il 27 maggio 2021.
"Monopolio Uefa finito, calcio è libero", qui la reazione della Superlega e di tutto il mondo del calcio
Superlega, Corte Ue: divieti Fifa e Uefa sono illegali
Le regole di Fifa e Uefa che subordinano qualsiasi nuovo progetto di calcio interclub alla loro previa approvazione, come la Super League, e vietano a club e giocatori di giocare in tali competizioni, sono illegali. Non esiste un quadro per le regole della Fifa e della Uefa che garantisca che siano trasparenti, oggettive, non discriminatorie e proporzionate. Allo stesso modo, le regole che conferiscono alla Fifa e alla Uefa il controllo esclusivo sullo sfruttamento commerciale dei diritti relativi a tali competizioni sono tali da limitare la concorrenza, data la loro importanza per i media, i consumatori e gli spettatori televisivi nell'Unione europea. E' quanto ha deciso la Corte di Giustizia dell'Unione europea pronunciandosi sul ricorso della European Superleague Company contro Fifa e Uefa che si sono opposte al progetto di creare la nuova competizione calcistica, Super League, composta da dodici squadre di calcio europee. Fifa e Uefa hanno minacciato di imporre sanzioni a club e giocatori che decidessero di partecipare.
Superlega, Juventus vola in Borsa: leggi qui il gol bianconero a Piazza Affari dopo la sentenza Ue
Nella sua sentenza la Corte osserva che l'organizzazione di competizioni calcistiche interclub e lo sfruttamento dei diritti dei media sono, abbastanza evidentemente, attività economiche. Devono pertanto rispettare le regole di concorrenza e rispettare le libertà di movimento, anche se il perseguimento economico dello sport ha alcune caratteristiche specifiche, come l'esistenza di associazioni che hanno determinati poteri normativi e di controllo e il potere di imporre sanzioni. La Corte osserva inoltre che, parallelamente a tali poteri, la stessa Fifa e la Uefa organizzano competizioni calcistiche. Inoltre, la Corte ritiene che, qualora un'impresa in posizione dominante abbia il potere di determinare le condizioni in cui le imprese potenzialmente concorrenti possono accedere al mercato, tale potere deve, tenuto conto il rischio di conflitto di interessi che dà luogo, essere soggetto a criteri idonei a garantire che siano trasparenti, obiettivi, non discriminatori e proporzionati. Tuttavia, i poteri della Fifa e della Uefa non sono soggetti a tali criteri. Fifa e Uefa stanno, quindi, abusando di una posizione dominante.
Superlega ok: Ue mette ko Uefa-Fifa. "Andrea Agnelli aveva ragione". La rivincita dell'ex presidente Juventus. Leggi qui
E ancora, data la loro natura arbitraria, le loro norme sull'approvazione, il controllo e le sanzioni devono essere ritenute restrizioni ingiustificate alla libertà di fornire servizi. Ciò non significa che una competizione come il progetto della Super League debba necessariamente essere approvata. La Corte, essendo stata interrogata in generale sulle regole della Fifa e dell'Uefa, non si pronuncia su quel progetto specifico nella sua sentenza. Parallelamente, la Corte osserva che le regole della Fifa e dell'Uefa relative allo sfruttamento dei diritti dei media sono tali da essere dannose per le squadre di calcio europee, tutte le società che operano nei mercati dei media e, in definitiva, i consumatori e gli spettatori televisivi, impedendo loro di godere di competizioni nuove e potenzialmente innovative o interessanti. Spetta, tuttavia, al Tribunale commerciale di Madrid (sede del ricorso) accertare se tali regole potrebbero comunque avvantaggiare le diverse parti interessate nel calcio, ad esempio garantendo una ridistribuzione solidale dei profitti generati da tali diritti.