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Vialli, Miha e gli altri: il calcio è malato? I sospetti, da Zeman a Lotito

Diverse ricerche dimostrano come alcune malattie colpiscano i calciatori più che il resto della popolazione, ma il motivo è ancora un mistero

Una bomba sul calcio: "Alcune malattie potrebbero essere legate ai trattamenti che venivano fatti”


“Respingo con fermezza l’accusa di avere consapevolmente assunto sostanze proibite. Non sono solo stato atleta e calciatore: sono figlio, marito, padre, compagno. Ho delle responsabilità nei confronti della mia famiglia. Pensare che qualcuno di noi sia stato disposto a mettere a repentaglio la propria salute a lungo termine assumendo sostanze nocive è assolutamente sbagliato”. Così Gianluca Vialli, in una lettera del 2005 alla Gazzetta dello Sport, smentiva in maniera categorica di aver mai fatto ricorso al doping. A tirarlo in ballo erano state prime le esternazioni di Zdenek Zeman e poi la Procura di Torino, ma prima di tornare al passato va preso in debito esame il presente, con le inquietanti parole di Claudio Lotito.

 

Il presidente della Lazio, nonché Senatore di Forza Italia, ha lanciato un'autentica bomba partecipando ai funerali di Sinisa Mihajilovic: “Bisogna approfondire alcune malattie. Mi risulta che anche Vialli stia male. Malattie che potrebbero essere legate - ora non voglio fare l’esperto - al tipo di stress, di cure che venivano fatte all’epoca e ai trattamenti che venivano fatti sui campi sportivi”. Parole decisamente pesanti, soprattutto perché pronunciate da un addetto ai lavori, oltretutto a capo di un club del quale Mihajilovic ha fatto parte, oltre a essere passato come Vialli per la Sampdoria. 

Ma non è questione di una squadra o dell'altra, il problema è davvero molto diffuso, come emerso già nel 2000, con l'inchiesta guidata dal magistrato Raffaele Guariniello. Tutto partì dalla celebre dichiarazione di Zeman: ”E’ ora che il calcio esca dalle farmacie e dagli uffici finanziari”. Il boemo ce l'aveva in particolare con la Juventus ed aveva fatto proprio il nome di Vialli, portando ad esempio la sua rapida crescita fisica. “Le esplosioni muscolari di alcuni calciatori? E’ uno sbalordimento che comincia con Gianluca Vialli e arriva fino ad Alessandro Del Piero – disse Zeman in un’intervista all’Espresso – io che ho praticato diversi sport pensavo che certi risultati si potessero ottenere soltanto con il culturismo, dopo anni e anni di lavoro specifico”.

Entrambi respinsero sdegnosamente le accuse. Vialli spiegò che la sua muscolatura era unicamente frutto del duro lavoro con il preparatore atletico, il “marine” Ventrone (morto per leucemia lo scorso ottobre), mentre secondo l'ipotesi accusatoria poteva avere a che fare con l'uso disinvolto di sostanze chimiche. Si parlava in particolare di anabolizzanti, che possono avere effetti collaterali molto pesanti. “Certamente alcune delle sostanze che venivano utilizzate, in un passato anche recente, possono aumentare il rischio di sviluppare un tumore", spiega Il Dott. Michele Lagioia, ciclista amatore, medico igienista e direttore medico di presidio di Humanitas. "Dal punto di vista epidemiologico, l’assunzione di testosterone, ormone della crescita (GH) e sostanze analoghe come anabolizzanti, che riguarda le discipline nelle quali è necessaria la forza fisica, ha una correlazione forte con il cancro della prostata e quello dei testicoli. Più debole, invece, l’associazione con il tumore primitivo del fegato. È ovvio però che questi dati si riferiscano a quanto succedeva anni fa, poiché questo tipo di effetti collaterali si manifesta dopo lunghi periodi di tempo (talvolta decenni). Per fortuna, la diffusione di queste sostanze è attualmente molto diminuita”.