Viaggi
Tasmania, l’isola remota che sembra uscita da un romanzo
Ecco le sette tappe da non perdere nello stato più a sud dell’Australia
1 – Hobart e dintorni
Nella capitale Hobart, le principali attività e gli indirizzi più interessanti ruotano attorno al porto, da cui partono le famose regate. Ristoranti come il Franklin Wharf Restaurant, Dier Makr e Landscape, annesso all’Henry Jones Art Hotel, con opere del pittore inglese John Glover, attirano una clientela cosmopolita, il Salamanca Market anima tutti i weekend, ma il vero must-see è il museo MONA (Museum of Old and New Art): situato all’interno dell’azienda vinicola Moorilla, sulla penisola di Berriedale, ospita le opere della collezione di David Walsh e fa parlare di sé con le sue audaci esibizioni che ruotano attorno ai temi centrali di eros e thanatos. Walsh ha descritto il museo come “una Disneyland adulta sovversiva”. Escursioni nei dintorni della città possono includere il parco del Monte Field, uno dei più antichi della Tasmania e parte della Tasmanian Wilderness World Heritage Area: ospita alcune delle foreste di eucalipti più alte del mondo (da non perdere le cascate Russell Falls, su tre livelli).
Il kunanyi / Mount Wellington, a 30 minuti dal centro di Hobart, si erge a 1271 metri sopra la città. Per gli hobartiani, “la montagna” fa parte della vita quotidiana: un luogo dove camminare, andare in mountain bike, giocare sulla neve e sentire il tocco rigenerante della natura.
Un’altra tappa è la riserva di Bonorong, che offre l’esperienza di avvicinarsi ai marsupiali tipici dello stato, dal diavolo della Tasmania, icona mascotte, ai vombati fino alle echidne: molti di questi vengono salvati da incidenti autostradali e, una volta guariti, rimessi in libertà. Un tour fuori porta può includere anche il villaggio di Richmond, nel cuore della Coal River Valley, famoso per i suoi edifici georgiani, i ponti fiabeschi, le gallerie d’arte, le sale da tè in stile vecchia Inghilterra e le boutique con prodotti all’essenza di lavanda.