Finanza

Il problema delle banche europee visto dagli Stati Uniti

Dopo un nuovo sbandamento delle azioni di Deutsche Bank, che ha già toccato il minimo degli ultimi 34 anni, anche Bloomberg aveva riferito che una decina di hedge fund avevano deciso di allontanarsi dall’investimento. Il Dipartimento americano di Giustizia (DoJ) ha richiesto 14 miliardi di dollari per liquidare i danni provocati dai titoli garantiti da mutui residenziali (RMBS) prima della crisi finanziaria.

Si valuta che la questione si potrebbe risolvere con poco più di 5 miliardi di dollari, anche se finora c’è stato un nulla di fatto. Un rapido, conveniente accordo darebbe finalmente termine a questa incertezza circa un accordo legale e sedare le chiacchiere. Nonostante il recente rally, le azioni di Deutsche Bank hanno perso oltre la metà del loro valore quest'anno.

Deutsche presumibilmente progetta di vendere beni in bilancio e ha iniziato una ristrutturazione, anche se in ritardo. Ma l'ultima cosa che la banca vorrà fare (a parte l’infamia di un eventuale bail-out) è quello di andare a raschiare il fondo della pentola. In poche parole, il problema di Deutsche è che è difficile vedere dove verranno i profitti negli USA.

Parlando appunto degli Stati Uniti, una nazione con 1.750 istituti di credito, banche pubbliche per lo più locali, cooperative, ecc. i margini di guadagno sono molto esigui. Pare che Commerzbank, il più grande rivale, stia eliminando 9.600 posti di lavoro.

Alcune delle difficoltà della Deutsche sono proprie, o al massimo condivise solo con un paio di altre grandi banche europee. Ma per quanto riguarda il problema RMBS, il Department of Justice è anche a caccia di Barclays, Credit Suisse, HSBC, Royal Bank of Scotland e UBS.

Finora, dice Stuart Graham della società di ricerca Autonomous “gli effetti dei tassi di interesse negativi sulla redditività già scadente delle banche sono difficili da individuare. Ma i creditori sono in una situazione anche peggiore. Il grado di rischio varia da Paese a Paese. In particolare in Germania e in Italia le banche sono più vulnerabili, come lo sono sempre state le banche regionali in Giappone, dove i tassi sono negativi da tempo”.

Stuart Graham calcola che il rendimento del capitale delle banche di risparmio tedesche passerà dal 6,5% al ​​2% entro il 2021. Ancor peggio per le banche italiane e spagnole che con i loro pesanti crediti inesigibili non potranno presumibilmente beneficiare delle eventuali disposizioni a sostegno previste nel resto d’Europa.

In Spagna, dove gli istituti di credito hanno messo da parte miliardi di euro per coprire crediti inesigibili, i non performing loans sono scesi dal 13,6% del totale nel 2013 al 9,4%. Però il numero degli sportelli bancari è stato ridotto di un terzo dal 2008. Anche una ripresa della crescita del PIL al 3,2% lo scorso anno è stata di grande utilità.  Ma la redditività rimane una preoccupazione, in parte perché le più grandi banche in Spagna si basano più sui margini e meno sulle tariffe, rispetto alla media della zona euro.

Se è vero che in Italia grandi banchieri guidati da J.P. Morgan stanno cercando di salvare il Monte dei Paschi di Siena, il piano prevede scorporo di almeno 31 miliardi di euro di crediti in sofferenza in una entità separata, e l'iniezione di nuovo capitale non appena ripulita la banca dalle scorie. UniCredit sta rivedendo la propria strategia con un nuovo management. Il fondo Atlante si è occupato di due piccole banche in difficoltà, ma dovrà anche acquistare crediti inesigibili.

Mentre la Germania, la Spagna e altri Paesi hanno dato alle banche una gran quantità di denaro pubblico, l'Italia non ha erogato praticamente nulla. Nel frattempo le norme dell'Unione europea in materia di aiuti di Stato sono state rafforzate, obbligando l'Italia a fare affidamento su salvataggi privati.

 

Stuart Graham ricorda che “il rapporto di common equity sulle attività ponderate per il rischio (un indicatore importante della resilienza) di Deutsche Bank sarebbe stata pochi anni fa solo 1,8%. Ora è 10,8%; le autorità vogliono che venga raggiunto il 12,25% entro il 2019 e in effetti il target di Deutsche è del 12,5% entro il 2018. Ma sono in arrivo altri cambiamenti, che alcune banche europee pensano saranno troppo onerosi”.

Paolo Brambilla