Finanza
La Brexit e la Grexit viste da Berlino
Quel "notevoli progressi" pronunciato da Wolfgang Schaeuble, ministro delle Finanze tedesco, sulle riforme del governo Renzi cela un asse solido tra il premier italiano e la Cancelliera Merkel.
Un asse che va dalla crisi greca all'emergenza migranti. Berlino e Roma insieme intendono portare avanti l'idea di un'Europa che risponde con i piccoli passi e con i progressi day by day ai movimenti anti-Ue come Afd in Germania e la Lega in Italia.
Ora il focus è sul referendum britannico del 23 giugno. Dopo lo scampato pericolo con la sconfitta della destra di Norbert Hofer in Austria, il no alla Brexit potrebbe rilanciare il progetto dell'Unione europea arginando le spinte euroscettiche che arrivano da Londra a Vienna. Il futuro di questa Europa si gioca tutto sulla stabilità economica e finanziaria, ma anche su quella politica, e dopo il nuovo accordo sulla Grecia (costato altre misure di lacrime e sangue agli elettori di Tsipras sempre più delusi da Syriza) il referendum sulla Brexit sarà lo snodo chiave per i prossimi passaggi.
Schaeuble loda il governo Renzi e tra un mese i governi di Berlino e Roma, come la Commissione di Juncker, sperano di poter lodare Cameron e il popolo britannico.
“Il mondo sta cambiando e l'Europa rischia di perdere il treno, a meno che gli europei non restino uniti” ha dichiarato l'ex Ministro degli Esteri tedesco e vice cancelliere Joschka Fischer. Per quanto riguarda la Grecia, ha detto che la crisi dei rifugiati ha portato molti Paesi europei ad apprezzarne l’importanza strategica e ha espresso il parere che la speculazione sulla uscita della Grecia dalla zona euro sia ormai finita. "La crisi greca non è stata vana: dalla Grecia arriverà uno spirito per un nuovo inizio, e questo si diffonderà in tutta Europa, credo”.
Sull'accordo raggiunto tra la Grecia e le istituzioni Fischer ha detto che era “un altro motivo di ottimismo” e ha anche parlato di un "cambiamento epocale" negli atteggiamenti fra Grecia e Germania, e ha osservato che la mancanza di crescita in Europa non riguardava la sola Grecia.
Riferendosi al prossimo referendum del Regno Unito sul fatto di rimanere nell'Unione Europea, ha detto che il 23 giugno sarà un "momento critico per la Gran Bretagna e l'Europa" e ha ribadito che l’uscita sarebbe un disastro per il Regno Unito e una grave crisi per l'UE. "Qualunque cosa gli inglesi decidano, dobbiamo reinventare l'Europa, trovare una nuova storia insieme; non possiamo continuare come abbiamo fatto negli ultimi anni. Lo status quo non è sostenibile”.
"E 'stato un grave errore da parte del mio Paese usare la crisi finanziaria nel Mediterraneo per cercare di trasformare gli abitanti del Mediterraneo in buoni protestanti. D'altra parte, credo però che il Mediterraneo debba cercare di capire il modo di pensare degli europei del nord" ha aggiunto Fischer. "La Grecia è un paese meraviglioso. Ritengo che abbia un enorme potenziale che può essere utilizzato. La crisi specifica non può continuare per sempre, anche se porterà danni a un'intera generazione" ha concluso.
Paolo Brambilla