Cirinná, anche a Strasburgo defezioni nel Pd. Ma il testo passerebbe grazie al M5S
Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani
Mentre l'Aula del Senato affronta il ddl Cirinná tra emendamenti, richieste di voto segreto e pregiudiziali di costituzionalità, a Bruxelles seguono con interesse il dibattito italiano. Il Belpaese é l'unico della Vecchia Europa, esclusa la Grecia, a non avere un testo sulle unioni civili.
Ma cosa accadrebbe se a dover decidere fosse l'aula di Strasburgo, nella sua composizione italiana? Il testo passerebbe così com'é, compresa la stepchild adoption, almeno secondo i calcoli di Affaritaliani.it. Considerati i 73 eurodeputati che l'Italia ha mandato a Strasburgo, sarebbero ben 47 quelli che potrebbero votare a favore, superando di gran lunga la soglia di maggioranza (37 voti) e le divisioni nei partiti.
Già, perché come in un gioco di specchi, Strasburgo ricalca le posizioni assunte dai vari partiti a livello nazionale. E il Pd, come a Palazzo Madama, si divide tra chi vorrebbe far passare il ddl Cirinná così com'é e chi invece vorrebbe stralciare l'ormai famoso articolo 5, quello che introduce la stepchild adoption, la possibilità cioè per un membro della coppia di adottare il figlio del compagno/compagna.
Ma chi sono i democratici contrari al testo? Su una pattuglia di 31 deputati sono quattro i mep (member of european parliament, come si dice a Bruxelles) contrari al testo: Luigi Morgano, Patrizia Toia, Silvia Costa e David Sassoli. Ma attenzione, non si tratta di una bocciatura su tutta la linea, ma solo sulla parte relativa alla stepchild adoption.
“Io spero che la proposta Cirinná vada in porto”, spiega Sassoli ad Affaritaliani.it. “Bisogna trovare il modo di garantire i diritti delle coppie omosessuali, ma nello stesso tempo si deve lavorare per togliere il dubbio che le unioni civili possano scivolare in pratiche come quella dell'utero in affitto”.
Silvia Costa invece dice sì al riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali, ma come formazioni sociali previste dall'articolo 2 della Costituzione. Nessuna equiparazione dunque con la famiglia fondata sul matrimonio, né tantomeno sì alla stepchild adoption.
All'interno del Partito democratico ci sono anche posizione fortemente favorevoli al ddl Cirinná, come quella di Daniele Viotti che da sempre si batte per i diritti Lgbt. “Nel Pd ci sono voci contrarie, sì, e dovremo risolvere il nodo, ma questo non rende il Pd un partito di oscurantisti omofobi”, scrive Viotti su Facebook. E poi rilancia. “Resto convinto che dovremo presentarci ai nostri elettori con il progetto del matrimonio egualitario e dell’uguaglianza totale, con tanto di adozioni”.
E negli altri partiti? I tre deputati della Gue (Maltese, Forenza e Spinelli) sono favorevoli, e vanno a bilanciare le defezioni del Pd. La Lega Nord, con i suoi 5 deputati, é fortemente contraria. L'eurodeputato Buonanno vorrebbe addirittura schedarli, gli omosessuali. FI e Ncd sono sostanzialmente contrari al testo Cirinná, ma anche in questo caso é la stepchild adoption a frenare i deputati che altrimenti sarebbero in maggioranza disposti al riconoscimento delle unioni civili.
C'é poi la questione Movimento 5 Stelle, il vero ago della bilancia, la delegazione più corposa dopo quella del Pd. Ed é proprio da loro che arriverebbero i voti necessari a far passare la legge. Già, perché i 17 eurodeputati seguono la linea del Movimento nazionale: voto favorevole sulle unioni civili e libertà di coscienza sul nodo della stepchild adoption che peró si tradurrebbe, nel segreto dell'urna, in un sì a tutto il disegno di legge.