Affari Europei

Elezioni Europee, Pittella: "L'Ue va cambiata, il Pd punti sull'ambiente"

Tommaso Cinquemani

Intervista al senatore del Pd Gianni Pittella, capogruppo in Commissione politiche europee

Gianni Pittella, qual è il suo giudizio sull'operato dell'attuale governo?

L’attuale governo nasce da un voto per larga parte influenzato da tre sentimenti: la paura verso i migranti, la sofferenza di fronte a un forte disagio sociale, e una generalizzata reazione contro il cosiddetto establishment. Ma questi tre sentimenti “negativi” non si sommano producendo un vero programma di governo. Infatti siamo agli slogan, alla quotidiana eterna campagna elettorale. Reddito di cittadinanza, come, quando, perché? Legge finanziaria, stesse domande senza risposte. Colpiscono gli immigrati regolari e favoriscono pratiche di traffico umano a mano di organizzazioni mafiose. Bloccano le opere pubbliche, sfidano l’Europa e si cibano di annunci shock come quello sull’abolizione del numero chiuso a medicina e la crociata contro i vaccini.

Come valuta lo scontro tra i due vicepremier e Bruxelles riguardo alla manovra?

Sono deprecabili i toni che si usano contro gli esponenti della Commissione e i metodi usati per fomentare questo scontro, come la palese falsificazione dell’intervista dell’ex-Presidente dell’eurogruppo Dijsselbloem da parte dei 5 Stelle. Detto questo, anche io penso che non ci si possa impiccare ai numeri e alle virgole del Patto di Stabilità, e da Presidente dei Socialisti e Democratici europei io stesso mi sono spesso scontrato con Dijsselbloem e altri perché mi opponevo alle politiche di austerità imposte dall’alleanza anseatica. Il tema non è tanto il 2,4% di deficit che vuole fare questo Governo, ma come si spendono questi soldi. Se invece di proporre un condono fiscale o di abbassare le tasse ai ricchi questo Governo avesse proposto un grande piano di investimenti materiali e immateriali, destinando risorse alla coesione sociale e territoriale e proponendo misure per la crescita sostenibile, sono sicuro che anche i partner europei si sarebbero posti in modo diverso.

Quali potrebbero essere le conseguenze per l'Italia da un inasprirsi dei rapporti con l'UE?

L’Italia è Paese fondatore della UE, merita rispetto e non si può mettere in un angolo, in un’alleanza innaturale con Orban, Kurz e Kacynski che, al momento del dunque, non ti danno nulla, né sulla ricollocazione dei migranti, né sulla manovra finanziaria.

Il Pd come può arrivare preparato alle prossime Europee?

Servono proposte chiare e coraggiose. Riformiamo l’assetto istituzionale europeo: Parlamento Europeo vera camera legislativa, liste transnazionali, Presidente della Commissione eletto direttamente dai cittadini. Ministro delle Finanze europeo, istituzione di un Fondo Monetario Europeo e trasformazione della BCE in prestatrice di ultima istanza. Capacità fisale per l’eurozona, in modo da finanziare un grande piano di investimenti, ricerca e innovazione. Ambiente. Lotta ai paradisi fiscali. Partnership vera con l’Africa. Apertura di canali legali per i migranti economici. E infine, come ho discusso ieri con il nostro spitzenkandidat Frans Timmermans, mettiamo veramente al primo posto l’agenda sociale: l’Europa sia portavoce dei cittadini, non delle banche e delle multinazionali.

Chi vedrebbe bene come segretario?

Aspettiamo di vedere chi si candida. Minniti sarebbe un ottimo candidato ma il PD è un team pieno di risorse. La cosa più importante è che il congresso si faccia sulle idee che ogni candidato rappresenta, e non solo sui nomi. Questo congresso non sia una conta fra correnti ma il momento per discutere e mettere in mostra le idee del PD per l’Italia.

C'é bisogno di una rifondazione? Su che basi?

Ecologia, educazione, diritti, periferie, Europa. Stare fra le persone, ascoltarle con umiltà e serietà. Ridare una speranza al ceto medio, ai tanti giovani che meritano di più, e risposte concrete al grave disagio sociale.

Su quali fronti ha l'attuale alleanza S&D-PPE che governa l'Europa ha sbagliato?

Non esiste alcuna alleanza fra socialisti e popolari in Europa. Quando ero Presidente dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo, fui proprio io a portare il mio gruppo fuori dalla grande coalizione perché nonostante l’adozione del Pilastro sociale europeo, il PPE non condivideva con noi l’urgenza di mettere l’agenda sociale al primo posto. In questi anni ha funzionato il piano degli investimenti strategici, ma doveva essere ancora più corposo, e avrebbe dovuto servire a innescare una rivoluzione ecologica in Europa, che ancora deve veramente avviarsi. Il futuro è verde, prima lo capiamo, maggiore è il vantaggio competitivo che le nostre industrie potranno costruirsi rispetto ai competitor stranieri, e minore sarà il danno che facciamo al pianeta.