Guerra dei visti tra Europa e Stati Uniti
Per Washington ci sono europei di serie a e b
La decisione sull'eventuale obbligo di un "visto" per i viaggiatori di Usa e Canada in Europa come risposta alle restrizioni che quei paesi prevedono per i cittadini di alcuni paesi Ue e' stata rinviata di tre mesi. Entro il 12 luglio "al piu' tardi", infatti, il Consiglio e il Parlamento dovranno comunicare alla Commissione le loro posizioni in seguito alla scadenza, oggi, dei 24 mesi della mancata reciprocita' nell'imposizione di visti.
Due anni fa i governi di Stati Uniti e Canada hanno deciso di chiedere ai cittadini di alcuni paesi Ue un visto (si tratta di Bulgaria, Croazia, Cipro, Polonia e Romania per gli Usa, di Romania e Bulgaria per il Canada). Tutti gli altri cittadini europei non devono chiedere il visto per recarsi oltreoceano, cosi' come non lo devono fare canadesi e statunitensi. Secondo le norme Ue, passati 24 mesi senza che i paesi terzi cambiassero idea, e cioe' da oggi, Bruxelles avrebbe potuto decidere di sospendere l'accordo per mancanza di reciprocita'.
Ma, spiega la Commissione europea che oggi ha discusso la questione durante la sua riunione settimanale, "una tale decisione deve tenere in considerazione le conseguenze della sospensione della esenzione dai visti per le relazioni esterne dell'Ue e degli Stati che ne fanno parte". Oggi, alla scadenza dei 24 mesi previsti, la Commissione ha deciso di "invitare il Parlamento europeo e il Consiglio a prendere urgentemente una posizione sul modo piu' adeguato di andare avanti e di informarne la Commissione al piu' tardi entro il 12 luglio".