Affari Europei
Irlanda, countdown per il referendum sui matrimoni gay. Avanti i "sì"
Persino qualche sacerdote cattolico ha detto di votare "sì". Venerdì 22 maggio l'Irlanda può diventare il primo paese al mondo a legalizzare il matrimonio gay tramite una consultazione popolare. Già, perché si avvicina sempre di più il referendum costituzionale che potrebbe portare all'equiparazione tra matrimonio eterosessuale e matrimonio omosessuale.
Già dal 2010 in Irlanda è vigente una legge molto aperta sulle unioni civili ma questo sarebbe il passo definitivo di Dublino che potrebbe condizionare anche altri paesi europei. Un voto significativo soprattutto se si considera la profonda influenza cattolica in Irlanda, paese nel quale fino a poco più di 20 anni fa l'omosessualità era ancora un reato. Il referendum, appoggiato dal governo di coalizione in carica dal 2011 e formato dal partito di centrodestra Fine Gael e dal partito laburista, ha buone possibilità di riuscita.
Secondo i sondaggi il referendum ha infatti buone possibilità di essere approvato. Secondo i dati dell'Irish Times, il 25 per cento delle persone contattate voterebbe “no”, una percentuale in crescita rispetto ai mesi precedenti. Ma in ogni caso tutti i giornali internazionali danno praticamente per certa la vittoria del “sì”. Uno scenario plausibile e sostenuto da molti uomini politici, in primis dal primo ministro Enda Kenny, che è cattolico e fa parte del partito di centrodestra Fine Gael, ma che si è comunque a favore dell’approvazione del referendum.
Anche diversi scrittori sono intervenuti a favore del "sì" ma la cosa che più sorprende è che lo hanno fatto anche diversi sacerdoti e suore della Chiesa cattolica. Non tutto il mondo cattolico è unito, chiaramente ci sono tanti altri uomini della Chiesa cattolica ad essere contrari all'approvazione, tra i quali l'arcivescovo di Dublino Diarmuid Martin. Bisognerà aspettare solo qualche giorno e poi si saprà se l'Irlanda farà davvero questo passo epocale.