La Brexit spacca giá il governo di Theresa May
May pronta ad avviare la procedura di divorzio dall'Ue, ma nel governo é scontro tra chi vorrebbe una uscita soft e chi invece cerca lo scontro
Dopo la pausa estiva il premier britannico ha riunito tutti i suoi ministri per fare il punto sulla Brexit. Nonostante alcuni analisti abbiano suggerito a Theresa May di aspettare l'esito delle elezioni in Germania e Francia l'anno prossimo per avviare il divorzio dall'Unione europea, il premier ha deciso invece di appellarsi all'articolo 50 dei Trattati agli inizi del prossimo anno.
Governo diviso sulle relazioni con Bruxelles
Ma all'interno dell'esecutivo non tutti sono d'accordo su come dovrebbero andare le trattative con l'Unione europea. Per Philip Hammond, il cancelliere dello Scacchiere, la prioritá é proteggere il settore finanziario, il vero cuore economico di Londra, e quello automobilistico, l'ultima industria 'tradizionale' del Regno Unito. Come? Garantendo l'accesso al mercato europeo: 500 milioni di consumatori. Ma per David Davis e Liam Fox, i ministri incaricati dopo il referendum del 23 giugno di gestire il divorzio, Brexit significa chiusura delle frontiere per evitare l'afflusso di nuovi migranti. E Bruxelles ha messo le cose in chiaro: se chiudete i confini non aspettatevi nessuna concessione da noi.
Theresa May vuole una tabella di marcia precisa
Il primo ministro vuole mettere il treno della Brexit su binari blindati e per questo ha chiesto ad ogni ministro di redigere una tabella di marcia per ogni dicastero, al fine di gestire il passaggio nella maniera piú indolore possibile. Anzi, la speranza della May é che l'economia britannica possa addirittura ricevere una spinta dalla Brexit, come sta accadendo in queste settimane per esportazioni e turismo.
Niente passaggio in Parlamento
Theresa May andrá avanti sula strada della Brexit senza passare dal parlamento. Lo scrive il Daily Telegraph, che tuttavia non cita fonti a sostegno della tesi secondo cui il premier britannico non intende mettere a rischio l'esito del referendum in un parlamento la cui gran parte dei deputati ha difeso la permanenza di Londra nell'Unione europea. May, ha affermato peró una fonte di Downing Street alla Press Association, "é determinata a dare il via alla decisione del popolo". Per adesso il premier resta in attesa della sentenza dell'Alta corte di Giustizia, a cui si erano rivolti i rappresentanti di un potente studio legale inglese (Mishcon de Reya) affermando che l'art. 50 del Trattato di Lisbona, quello che dá il via e disciplina la procedura si separazione dall'Ue, non puó scattare senza un passaggio parlamentare ma ha bisogno di quest'ultimo per essere autorizzato.