Affari Europei

Lituania verso l'indipendenza energetica. Il progetto che spaventa Putin

Il sogno dell'indipendenza energetica dalla Russia si sta per avverare. "Independence", la nave terminal per gas liquido offshore, garantirà alla Lituania fino a 4 miliardi di metri cubi di rifornimenti all'anno. Il futuro del Baltico è la diversificazione. Prima dell’arrivo della “Independence”, come scrive Euronews, la Lituania dipendeva al 100% dal gas proveniente dal colosso russo “Gazprom”. Adesso invece Villnius può finalmente scegliere.

Fino a qualche tempo fa sembrava impossibile che un giorno ci sarebbe stata una simile quantità di gas naturale in grado di scorrere liberamente tra i tre paesi Baltici. Un progetto realizzato anche grazie all'interessamento dell'Unione Europea che ha promosso una sorta di cooperazione regionale per permettere a Lituania, Estoria e Lettonia di svincolarsi dallo strapotere russo e di Gazprom, tra l'altro entrata nel mirino delle istituzioni comunitarie per il sospetto di abuso di posizione dominante.

Per realizzare questo obiettivo sono in via di definizione nuovi gasdotti che passeranno tra il Baltico, la Finlandia e la Polonia, senza contare il potenziamento della capacità del gasdotto tra Lettonia e il porto lituano di Klaipeda. Per completare il gasdotto saranno necessari 64 milioni di euro, metà dei quali stanziati da Bruxelles. Quest'ultimo impianto, una volta completato, consentirà di importare gas naturale liquido e rigassificarlo, producendo circa 4 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno.

La piena efficienza operativa del progetto sarà possibile solo dopo il 2017, in attesa che Riga liberalizzi il mercato energetico. Uno scenario che non piace per niente alla Russia, che vuole provare a ostacolare il percorso di integrazione lituano (e di tutto il Baltico) con il mercato energetico europeo. A Villnius c'è anche chi teme che Mosca possa decidere di staccare le forniture di gas e luce per ricattare il governo lituano. La partita è ancora tutta da giocare.