Orban sfida la sentenza della Corte Ue: "L'Ungheria non accoglierà i migranti"
"Non diventeremo un paese di immigrati". Orban continua a sfidare l'Ue anche dopo la sentenza della Corte Ue sulla relocation
Orban: "Riconosciamo la sentenza della Corte Ue ma non accogliamo i migranti"
"Non diventeremo un paese di immigrati". Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha ammesso oggi che il suo Paese deve "riconoscere" il meccanismo di accoglienza obbligatoria dei migranti in vigore nell'Unione europea, dopo la decisione della Corte di giustizia europea di respingere un ricorso intentato da Budapest e Bratislava ma rilancia ancora una volta la sfida. Il premier ha infatti sottolineato che Budapest non cambierà la sua politica sui migranti. "L'Ungheria è un Paese membro dell'Unione europea, deve rispettare i trattati e riconoscere le decisioni della Corte", ha dichiarato Orban alla radio nazionale. Tuttavia, ha aggiunto il premier ungherese, "non c'è ragione per cambiare la politica di rifiuto dei migranti" che Budapest ha assunto da anni. "La decisione della Corte non impone nulla all'Ungheria".
Sfida aperta dell'Ungheria a Bruxelles
Ungheria e Slovacchia hanno presentato ricorso contro il piano europeo di ricollocamento dei migranti, adottato nel 2015 per sollevare Grecia e Italia dal peso dell'accoglienza. Il ricorso è stato rigettato mercoledì "nella sua interezza" dalla corte di giustizia dell'Ue. Budapest, come Polonia e Repubblica ceca, è anche soggetta a una procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea a metà giugno per il suo rifiuto di applicare il piano di ripartizione dei migranti. Orban ha chiesto a fine agosto a Bruxelles di rimborsare la metà degli 800 milioni di euro che Budapest dice di avere speso per costruire nel 2015 una recinzione al suo confine meridionale contro l'arrivo di migranti. Martedì scorso, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha risposto ricordando che tra gli Stati membri dell'Unione europea "la solidarietà non è un piatto à la carte".