Affari Europei

Turismo sostenibile, De Monte: "Un'opportunità per il territorio"

Sempre più turisti cercano per le proprie vacanze esperienze 'sostenibili'. "Una opportunità per le imprese del settore e per l'ambiente", spiega De Monte

 

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani

Il 2017 é l'anno del turismo sostenibile, un tipo di vacanza che interessa una fetta sempre maggiore di italiani ed europei. Attenzione alle strutture dove si alloggia, ma anche ai mezzi di trasporto che si utilizzano. L'obiettivo é ridurre l'impatto ambientale delle proprie ferie, privilegiando magari mete non 'di massa', evitando i periodi da bollino rosso e valorizzando l'enogastronomia locale, meglio se biologica.

"Il turismo sostenibile ha molti anni alle spalle, ma negli ultimi tempi stiamo assistendo ad un interesse crescente da parte dei cittadini a questo approccio alle ferie", spiega ad Affaritaliani.it Isabella De Monte, eurodeputata del Pd e membro della Commissione trasporti e turismo. "L'obiettivo é quello di passare delle vacanze in armonia con il territorio e la natura. Questo significa spostarsi con mezzi a ridotto impatto ambientale, evitando la macchina. Andare in strutture sostenibili, che magari producono energia sfruttando le biomasse e fanno la raccolta differenziata. Evitare i luoghi del turismo di massa privilegiando realtà più piccole".

C'é un interesse da parte dei consumatori a questo tipo di turismo?
"E' un interesse crescente e rappresenta una opportunità economica per gli operatori del settore. Nel nord Europa questa é una tendenza che si é ormai affermata da anni e se le nostre strutture si adeguassero alle richieste del mercato potrebbero intercettare un pubblico di nicchia, almeno per ora, ma disposto a spendere qualcosa in più per avere dei servizi sostenibili".

Quali sono i numeri del turismo in Europa?
"Il turismo rappresenta la terza attività socioeconomica in Europa. L'Italia é una meta turistica per eccellenza, ma c'é ancora una sensibilità limitata verso il tema della sostenibilità. Certo, per ristrutturare un hotel, tracciare sentieri per le mountain-bike o ammodernare delle terme servono investimenti, ma sono soldi che poi rientrano grazie a quei turisti che prediligono strutture sostenibili e che viaggiano di più anche fuori stagione".

Il turista sostenibile dorme in tenda e si muove con l'autostop?
"Assolutamente no, anzi. Vediamo che chi é attento alla sostenibilità di una struttura o di un servizio é disposto a pagare di più. Se il turismo di massa guarda solo al prezzo, quello sostenibile punta alla qualità e ad una esperienza a 360 gradi".

In che senso?
"Non basta avere un hotel che fornisce acqua calda con i pannelli solari, ma bisogna prevedere percorsi cicloturistici, partnership con aziende che producono cibi tipici del luogo, magari biologici. Percorsi benessere alle terme o escursioni. Bisogna offrire uno stile di vita, non solo servizi scollegati l'uno dall'altro".

Perché il turismo sostenibile predilige il piccolo luogo piuttosto che la grande meta?
"Perché il piccolo borgo viene percepito più autentico e attento alle esigenze del turista. Inoltre c'é ormai una consapevolezza diffusa dei danni che il turismo di massa puó arrecare a certi luoghi in termini ad esempio di cementificazione e speculazione edilizia".

La gestione del settore turistico é di competenza degli Stati, che cosa puó fare l'Europa?
"Puó definire una strategia generale ed investire negli ambiti di sua competenza. La mobilità ad esempio é un tema fondamentale dove l'Europa puó fare molto. Inoltre nei fondi che l'Ue destina agli Stati e ai territori si puó prevedere il finanziamento di progetti relativi al turismo sostenibile. Magari percorsi escursionistici transfrontalieri o per l'utilizzo di carburanti ecologici".