Affari Europei
Ue, sanzioni alle aziende tech che non forniscono i propri dati

La Commissione ha proposto di sanzionare le aziende hi-tech che non forniscono le informazioni necessarie a Bruxelles per regolare il settore digitale
Per poter regolare un settore bisogna sapere come opera, ma nel caso del digitale questa conoscenza é tutt'altro che accessibile. E così la Commissione europea ha proposto di sanzionare le aziende che non forniranno i dati necessari al legislatore per regolare il settore digitale.
SANZIONI ALLE AZIENDE CHE NON COLLABORANO
Secondo la proposta formulata dalla Commissione nell'ambito della legislazione sul Digital single market le aziende come Google o Facebook potranno essere sanzionate fino ad un massimo dell'1% del fatturato annuale o al 5% di quello giornaliero medio se si rifiuteranno di aprire i loro database alle Istituzioni europee. Ad oggi infatti a nessuno é dto sapere su quali criteri queste imrpese prendono le loro decisioni.
LA COMMISSIONE IN CERCA DI INFORMAZIONI SUL MERCATO DIGITALE
Ma di quali informazioni si tratta? Per fare un esempio Google applica un filtro di geo-blocking che 'taglia' le informazioni fornite all'utente sulla sua posizione geografica. Un servizio fatto al consumatore, ma potenzialmente anche un danno alla libera concorrenza se le informazioni vengono gestite per favorire un cliente piuttosto che un'altro.
LE SOCIETA' CONTRO L'UE
Non si é fatta attendere la levata di scudi da parte delle multinazionali del digitale che hanno spiegato come rivelare i loro algoritmi significa svelare ai concorrenti i segreti del loro business. Tutto il potere di un gigante come Google risiede proprio nel software che analizza le pagine web e crea il ranking al quale poi viene associata la pubblicità, fonte di guadagno del colosso Usa.