Affari Europei

Usa, obiettivo sabotare Turkish Stream. Pressioni sulla Grecia

Washington cerca di bloccare il nuovo gasdotto di Putin. Il Turkish Stream collegherà la Russia all'Europa passando per Turchia e Grecia. Ma gli Usa fanno pressioni sul governo Tsipras per farlo saltare. La posta in gioco è alta. Non è solo una questione economica, ma investe anche questioni politiche. Gli Stati Uniti infatti cercano con tutte le forze di isolare Mosca e il progetto del nuovo gasdotto potrebbe invece collegare, non solo fisicamente, il Cremlino a una buona fetta di Europa.

Il progetto Turkish Stream è nato dopo il fallimento del precedente South Stream ma secondo molti osservatori è in realtà il suo fratello gemello. Il nuovo gasdotto infatti dovrebbe seguire lo stesso identico percorso del precedente, passando però dalla Turchia e non più dalla Bulgaria. Per il resto le similitudini sono tantissime. La capacità del gasdotto sarebbe la stessa, 63 miliardi di metri cubo all'anno di gas. 14 di questi 63 miliardi dovrebbero restare in Turchia.

Come South Stream, anche Turkish Stream (la cui creazione era stata annunciata da Putin in occasione della sua visita ad Ankara lo scorso dicembre), ha lo scopo di bypassare l'Ucraina, e dovrebbe iniziare alla stazione di compressione, Russkaya, vicino ad Anapa (Sochi). Il percorso del gasdotto, concordato tra Russia e Turchia, potrebbe diventare attivo entro la fine del 2016. Secondo il progetto, il gasdotto arriverà al confine tra Grecia e Turchia, sul Mar Nero. Dopo di che dovrebbe proseguire in Serbia e poi in Ungheria. A Budapest, lo scorso 7 aprile, i ministri degli Esteri di Grecia, Serbia, Macedonia, Ungheria e Turchia hanno firmato una dichiarazione sulla cooperazione energetica nella creazione di "un modo economicamente conveniente per diversificare fonti e rotte" per il trasporto di gas naturale dalla Turchia verso i paesi europei.

Insomma, le cose non si stanno mettendo bene per gli Stati Uniti che hanno deciso di inviare un commissario speciale in Grecia per provare a bloccare quantomeno la parte più "europea" del progetto. L'8 maggio Washington ha mandato ad Atene Amos Hochstein, direttore dell’Ufficio delle risorse energetiche, che sta provando a convincere il governo Tsipras ad abbandonare Turkish Stream e guardare piuttosto al Tap europeo.

Hochstein sta provando a fare presa sulla diplomazia greca sottolineando che per la Grecia e l'Europa sarebbe fondamentale diversificare i fornitori di gas e mettendo alla luce la bontà del progetto Tap, il cui tracciato nasce dall'Azerbaijan. La posizione del governo Tsipras in merito sarà fondamentale per decretare la caduta o il successo di Turkish Stream e potrebbe segnare un punto fondamentale a favore o contro la politica estera di Washington e Mosca.