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Al Festival della comunicazione di Camogli è difficile comunicare

Daniele Rosa

I giornalisti lasciati fuori dal tendone del dibattito clou.

Camogli, una perla decadente della Liguria sembra una nobile signora che vive di ricordi snobbando il futuro.

'Se mi vogliono vedere io ci sono ma così come sono e non disturbatemi troppo’ sembra voler dire ai turisti, soprattutto stranieri, incantati dal suo mare, dalle bellezze di San Fruttuoso, Punta Chiappa e chi più ne ha più ne metta.

Scrivevamo questo qualche tempo fa anticipando anche un approccio un po’ vecchio e inspiegabile avvertito al conosciuto Festival della Comunicazione, appuntamento annuale della cittadina ligure con politici, imprenditori, parti sociale e giornalisti, questi ultimi invitati lì per lavorare.

 

Appunto per lavorare e dare voce alla comunicazione tenuta nel corso di dibattiti e porte aperte.

 

Porte aperte? Mah più o meno, forse a qualcuno ma non certo ai giornalisti rimasti a bocca aperta quando, pronti per raccontare il dibattito clou della quattro giorni con Giovanni Toti, Beppe Sala e Luciano Fontana direttore de ‘Il Corriere della Sera’  sulla ‘Politica che verrà’ si sono visti sbarrare le porte del tendone.

 

Nessuna valida motivazione al seguito tanto che il giovane collaboratore dell’Ansa Beppe Risso ha manifestato’ grande perplessità sul fatto di non aver potuto accedere al dibattito nel tendone senza alcun motivo addotto’.

 

I giornalisti non entrano, punto e basta.

 

Ma allora se non si può’ comunicare al Festival della Comunicazione di che comunicazione stiamo parlando?

 

Una bella cittadina di mare che vive di ricordi, un po’ snob, assorbita dalla sua incontestabile bellezza, piena di senior disillusi e sognatori del passato, di giovani senza lavoro e bloccata da tanta burocrazia dovrebbe darsi una mossa su tanti aspetti.

Magari permettendo a chi fa comunicazione di comunicare.