Attualità
Italia hub digitale nel mediterraneo? Tra sovranità e cyber-sfide
Uno dei Leitmotif dell’ultimo biennio è senza dubbio la necessità di potenziare le infrastrutture digitali del Paese, non solo per ragioni economiche, ma come vera e propria strategia di sovranità nazionale. In questa intervista Pierguido Iezzi, Strategic Business Director di Tinexta Cyber, illustra le opportunità e i rischi di questo percorso, evidenziando come l'Italia, grazie alla sua posizione strategica, possa aspirare a diventare un nodo chiave per la comunicazione tra Europa, Asia e Africa. Tuttavia, l'autonomia digitale comporta anche un'importante sfida sul fronte della sicurezza: solo un approccio mirato e lungimirante potrà garantire al Paese indipendenza e resilienza nell’arena digitale globale.
Dott. Iezzi, l'attenzione verso le infrastrutture digitali italiane è in crescita. Qual è il quadro complessivo che emerge per l'Italia in questo contesto? Quali opportunità e rischi si presentano?
"L'Italia sta attraversando un momento cruciale nella sua evoluzione digitale. Le recenti iniziative – come la trattativa per l’acquisto di Sparkle – hanno portato a una maggiore consapevolezza generale sull'importanza delle infrastrutture digitali.
La necessità di investire in cavi sottomarini, punti di interscambio internet e data center non è solo una questione tecnica; è una questione di sovranità digitale e autonomia nazionale. I cavi sottomarini, che gestiscono la stragrande maggioranza del traffico dati globale, sono essenziali per garantire comunicazioni efficienti e sicure tra continenti. Lo stesso Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'Innovazione Tecnologica Alessio Butti, intervenendo al G7 Tecnologia, ha sottolineato come questi rappresentino il futuro. Sono il cuore pulsante della modernità, vene e arterie dell’economia moderna.
In questo contesto, l'Italia presenta sia opportunità sia rischi. Da un lato, la sua posizione strategica nel Mediterraneo offre la possibilità di diventare un nodo di comunicazione tra Europa, Asia e Africa. Dall'altro, la crescente competizione a livello globale, in particolare da parte di attori come la Cina e la Russia, mette in evidenza la necessità di investire in sicurezza e resilienza nella pianificazione di queste infrastrutture. Senza investimenti mirati e un approccio proattivo, rischiamo di diventare vulnerabili a minacce esterne".
Quali misure concrete l'Italia dovrebbe adottare per migliorare la sua posizione in questo settore e competere con altre nazioni?
"Per migliorare la propria posizione nel panorama digitale globale, l'Italia deve adottare misure concrete su più fronti. Prima di tutto, è fondamentale aumentare gli investimenti in infrastrutture digitali di alta qualità. Questo non significa solo investire in cavi e data center, ma anche creare un ambiente normativo favorevole che stimoli l'innovazione. È importante ridurre la burocrazia, facilitando l'ingresso di investitori e grandi aziende tecnologiche. In secondo luogo, bisogna investire nella formazione di competenze specializzate nel campo delle tecnologie digitali. Solo formando professionisti con competenze adeguate potremo assicurarci che l'Italia sia in grado di gestire e sviluppare le proprie infrastrutture critiche. Le collaborazioni tra università e settore privato possono giocare un ruolo chiave in questo. Inoltre, un approccio strategico al controllo delle nostre infrastrutture digitali è essenziale. L'acquisizione di Sparkle rappresenta un passo significativo verso il mantenimento della sovranità digitale, assicurando che le risorse critiche siano gestite localmente. Solo così potremo costruire un ecosistema digitale robusto e competitivo".
In che modo l’autonomia digitale si collega alla sicurezza nazionale, considerando le attuali dinamiche geopolitiche?
"L'autonomia digitale è profondamente intrecciata con la sicurezza nazionale, specialmente in un contesto geopolitico complesso. Con l'aumento della vulnerabilità alle minacce cyber e alla manipolazione delle informazioni, l'Italia deve essere proattiva nel proteggere le proprie infrastrutture. Il rischio di attacchi mirati, come quelli sui cavi sottomarini, evidenzia quanto possa essere critica la situazione. La dipendenza da attori esterni per la gestione delle nostre infrastrutture digitali potrebbe esporci a gravi rischi, inclusi spionaggio e sabotaggio. È quindi fondamentale garantire un controllo diretto delle risorse digitali e stabilire partnership con attori affidabili. Questa strategia non solo migliora la sicurezza economica, ma ha anche ripercussioni sulle nostre capacità difensive. Investire nelle infrastrutture digitali significa non solo puntare a una crescita economica, ma anche a una vera e propria protezione della nostra sovranità".
Guardando al futuro, quali scenari prevede per le infrastrutture digitali italiane nei prossimi anni?
"Il futuro delle infrastrutture digitali in Italia offre opportunità significative, ma richiede un approccio attento e strategico. Se l'Italia continuerà a investire in modo coerente e a sviluppare le competenze necessarie, potrà affermarsi come un hub tecnologico di riferimento in Europa. Ricordiamo anche che il nostro Paese è in corsa per diventare il Paese ospite del futuro Centro europeo per la crittografia quantistica, come sottolineato da Serafino Sorrenti - Chief Information Security Officer presso il Dipartimento per la Trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri - rimarcando come l’Italia sia all’avanguardia nel campo delle tecnologie quantistiche.
D’altronde la posizione geografica e l'interesse crescente delle grandi aziende tecnologiche non possono che rappresentare segni positivi. Tuttavia, sarà cruciale affrontare le sfide relative alla sicurezza delle infrastrutture. Le minacce cibernetiche e fisiche sono in costante evoluzione, e l'implementazione di politiche di protezione sarà fondamentale. Un coinvolgimento attivo delle istituzioni, insieme alla collaborazione con il settore privato, sarà essenziale per garantire che le infrastrutture digitali non solo siano robuste, ma anche in grado di resistere a eventuali crisi. Se riusciremo a mantenere un focus su questi aspetti e a costruire una strategia che integri sicurezza, innovazione e formazione, l'Italia avrà l'opportunità di emergere come leader nel panorama digitale europeo, garantendo al contempo la sua autonomia e resilienza".