Buonasanità
Eutanasia, dolce morte al posto di una lunga sofferenza?

Quale argomento più eticamente controverso dell'EUTANASIA?....
Sicuramente un tema attuale da trattare con le dovute cautele perché facile in questi casi urtare la sensibilità altrui e scontrarsi con le differenti posizioni del caso!
Nell'articolo pubblicato su Affaritaliani.it del 31 ottobre 2015 si fa riferimento al tentato suicidio del Dott. Nicolas Bonnemaison, detto "dott. Morte" che rischia l'ergastolo per l'accusa di aver praticato l'eutanasia su sette pazienti.
Si pratica l'eutanasia quando si procura la morte di un individuo la cui qualità di vita sia permanentemente compromessa da una malattia in cui il dolore fisico e psichico risultino insostenibili, con la convinzione profonda che non ci sia alcuna possibilità di recupero.
Tuttavia diverse religioni considerano tuttora l'eutanasia come un omicidio o suicidio nel caso sia volontaria, per cui varie sono le posizioni assunte in merito, con conseguenti accese discussioni.
In Italia infatti l'eutanasia è assimilabile all'OMICIDIO VOLONTARIO (art. 575 codice penale). In caso del consenso del malato si parla invece di OMICIDIO DEL CONSENZIENTE (art. 579 c.p.) punito con reclusione da 6 a 15 anni. Anche il SUICIDIO ASSISTITO è considerato un reato (art. 580 c.p.) punito con reclusione da 5 a 12 anni.
Tanti i malati "torturati" ventiquattrore su ventiquattro da dolori neuropatici cronici non più responsivi ai potenti antidolorifici o fisicamente attaccati a macchine che ne sostengono le funzioni vitali! Molti di loro chiedono di poter finalmente porre fine ad una vita ormai "NON PIÙ VITA", cercando magari di andare in Svizzera nell'attesa che il Parlamento italiano decida di affrontare definitivamente il problema.
Difficile dilemma se si pensa che la chiesa cattolica e l'attuale papa sono nettamente schierati contro l'eutanasia, considerata equivalente all'omicidio o al suicidio. Ritenuta legittima soltanto la cessazione dell'accanimento terapeutico che, pur non procurando la morte, perlomeno non la impedisce! Per la Chiesa ogni vita umana ha ricevuto da Dio la sua dignità che nessuno può violare! Ma il dilemma è proprio questo....DI QUALE DIGNITÀ SI PARLA IN COSÌ ESTREMA SOFFERENZA?
Quanti di noi di fronte all'agonia di persone care non hanno per un solo attimo pregato l'Altissimo di porre fine a tanto dolore, chiedendosi il motivo di quella stessa vita non più vita?
Ma se avessimo avuto noi la possibilità di praticare l'eutanasia, ne avremmo avuto mai il coraggio?
E si.... bel dilemma!
E allora si pensi ai medici che poi, pur tra mille contrasti interiori, si prestano ad eseguire tale pietosa pratica assumendosi le conseguenze del caso, come il "dott. Morte" che ora rischia l'ergastolo, magari perché mosso a compassione da tanta ingestibile sofferenza!
Da medico cattolico non condivido l'operato del collega, ma non essendomi trovata nella situazione non condanno le sue intime motivazioni del momento.....
Considero dunque l'eutanasia come uno dei più grandi dilemmi umani lontano per ora dalla soluzione! Nell'attesa....l'alternati