Lo sguardo libero
Lino Banfi all’Unesco, ma manca l’ironia di studiosi come Umberto Eco

Un ignorante “culturalmente parlando” sarebbe tecnicamente privo di intelletto
“Non ci arrendiamo”. Verrebbe da dire al vicepremier Luigi Di Maio che ha nominato Lino Banfi rappresentante (simpaticissimo) del Governo nella Commissione Unesco, l’organizzazione dell’Onu per la cultura. “E allora perché non Jerry Calà e Renato Pozzetto?”, ha replicato l’altro vicepremier, Matteo Salvini.
“Io non sono pluri-laureato, ma porterò il sorriso”, ha detto il comico-attore (come se uno studioso e un intellettuale non inducano il sorriso… si pensi alla differenza tra l’ironia di Umberto Eco e quella di un muratore). La deriva populista dei 5 Stelle, la democrazia diretta da essi preconizzata - ossia per altri la democrazia dei salsicciai citando Aristofane – sembrano consolidarsi.
Tuttavia esistono il sapere e la scienza costruiti con lo studio e certificati dai titoli che riconoscono il percorso (persino i reali conseguono la laurea nonostante l’educazione familiare privilegiata). Il livello di intelligenza e di intelletto sono relativi. Va però detto che un ignorante sarebbe tecnicamente e culturalmente parlando privo di intelletto (“culturalmente”… ci può essere anche una sorta di intelletto della cura delle piante).
Certo si può anche far decidere a un semi-analfabeta se è meglio Omero o Dante, giusto che l’Italia esca dall’ euro e vaccinare i figli. Secondo uno studio di Tullio De Mauro (scomparso nel 2017) più di due milioni di italiani sono analfabeti, 13 semi-analfabeti, altri 13 analfabeti di ritorno, hanno cioè perso la capacità di lettura e di scrittura. Totale: 28 milioni. Sottraendo bambini e parte degli extracomunitari da 60 milioni, la maggioranza degli italiani sarebbe sostanzialmente ignorante. Un bel target…