Lo sguardo libero
“Non una di meno” dimentica le donne ebree violentate da Hamas
Il “patriarcato” è una forma di totalitarismo al pari di quello dell’Islam radicale antisemita
Naomi Di Segni: “Distogliere lo sguardo dal 7 ottobre è antisemitismo”
Nel giorno, in cui, al Quirinale e in tutte le città dal Nord al Sud dell’Italia, si celebra la Giornata internazionale della donna, la manifestazione trans-femminista di Roma “Non una di meno” si macchia di una colpa gravissima: si dimentica delle donne ebree trucidiate violentate deturpate dai terroristi di Hamas il 7 ottobre – ossia della causa di quanto è poi successo a Gaza.
Lo stillicidio della violenza sulle donne – e a maggior ragione dei femminicidi – espressione di ciò che con una terminologia woke viene definito “patriarcato” – mentre in particolare i femmicidi sono molto di più: riflettono l’incapacità generale degli uomini di oggi di gestire la frustrazione – sono espressione di una sorta di totalitarismo - come il nazismo, il comunismo, il fascismo e l’Islam radicale.
Sono pienamente condivisibili le parole di Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane: “E’ stata fatta una chiara scelta di campo, di stare solo da una parte. C’è una dimenticanza totale, una rimozione, una negazione di quello che è stato il 7 ottobre (…) Quelle donne sono state dimenticate, negate e messe da parte. Il negazionismo e distogliere lo sguardo è antisemitismo: alcune donne valgono meno di altre. Si stavano svegliando, stavano ballando, non stavano facendo la guerra, non avevano attaccato il territorio palestinese. Anzi, molte di loro erano impegnate nella pace ma sono state trucidate, violentate, deturpate”.