Lo sguardo libero
Solo Israele può stabilire la proporzionalità della sua reazione al 7 ottobre
Nella Chiesa cattolica serpeggia l’idea che la miseria di Gaza giustifichi il massacro contro gli ebrei
La lontananza tra il Dio di Giacobbe e quello dei cristiani
Il segretario di Stato del Vaticano, Pietro Parolin, afferma che l’operazione a Gaza di Israele in risposta al massacro del 7 ottobre compiuto da Hamas è “sproporzionata”. L’ambasciata di Roma di Gerusalemme, guidata da Raphael Schutz, definisce “deplorevoli” le parole di Parolin.
Una soluzione andrà senza dubbio trovata. Tuttavia, di fronte a figli, sorelle, fratelli, madri, padri uccisi e brutalizzati, i confini della proporzione della reazione spettano solo a chi ha visto i propri figli, sorelle, fratelli, madri, padri uccisi e brutalizzati. (È un po’, come sostiene Alessandro Manzoni, l’ambito dell’onore, che è soggettivo.)
Solo un vero popolo come Israele, in cui in un certo senso si è tutti fratelli e sorelle, odiato e invidiato da sempre in quanto espressione superlativamente vera del primo e unico Dio monoteista, può capire.
Possono avvicinarsi i diversi in senso lato – dall’ebreo, al genio, all’omosessuale - coloro che vivono una persecuzione continua, lì lì sempre per manifestarsi. Da qualcosa di simile ci ammonisce Pericle (circa la democrazia tutto è stato detto una volta per tutte nell’Atene del V secolo avanti Cristo), quando dice: “Come in piena libertà viviamo nella vita pubblica, così in quel vicendevole sorvegliarsi che si verifica nelle azioni di ogni giorno, noi non ci sentiamo urtati se uno si comporta a suo gradimento, né gli infliggiamo con il nostro corruccio una molestia che, se non è un castigo vero e proprio, è pur sempre qualcosa di poco gradito.”
Nella Chiesa cattolica – come in gran parte della sinistra – serpeggia l’idea che il fatto che i palestinesi di Gaza vivono nella miseria abbia spinto al massacro del 7 ottobre. E' un ragionamento sbagliato. Per intenderci: un bambino o un malato mentale anch’essi non possono uccidere.
Tutta questa vicenda dimostra la lontananza siderale tra il Dio di Giacobbe e quello dei cristiani.