Politicamente scorretto
Covid, per sconfiggerlo servono chiusura delle frontiere e farmaci specifici
L'opinione di Massimo Puricelli
I provvedimenti ondivaghi "arlecchineschi" del Governo, e le mai sopite ideologie transfrontaliere no borders di molte istituzioni europee, sono solo palliativi
Tempo di bilanci e consuntivi dopo 10 mesi di pandemia.
Tutti noi ci chiediamo quali scenari ci attendono il prossimo anno ?
Una risposta che nessuno è in grado di fornire.
Attenendoci ai fatti, giunge dalla Gran Bretagna la notizia di una mutazione del virus Sars-Cov 2 che aumenta la contagiosità del 70%.
Gli scienziati inglesi non ritengono, tuttavia, che sia aumentata la letalità o che possa inficiare l'efficacia dei vaccini.
Il Premier Johnson, visto l'aumento dei contagi, ha stabilito un totale lockdown della capitale e del sud-est del Paese per il periodo natalizio.
La scienza medica ci rammenta, che una larga diffusione delle malattie infettive, provoca una mutazione rapida del patogeno.
Queste notizie, e le avvertenze degli esperti, ci dovrebbero far comprendere quale sia la strategia efficace per combattere e sconfiggere la pandemia.
Una strategia antica, seguita nel corso dei secoli dalle popolazioni flagellate da ogni genere di patogeni.
Chiusura totale e persistente delle frontiere delle nazioni.
Non ci sono alternative.
In molti lo sostengono da mesi.
Le Nazioni meno colpite dall'epidemia hanno adottate tale strategia.
Le pandemia si sviluppano e si espandono con i movimenti di un gran numero di persone.
Guerre, invasioni, nei secoli scorsi, oggi, viaggi intercontinentali per ragioni di turismo.
Consentiti solo ingressi transfrontalieri per ragioni economiche e di assoluta necessità comprovata, con quarantena obbligatoria di 15 giorni e tampone di controllo alla fine del periodo di isolamento.
Problemi economici per il settore turismo ed enogastronomico ?
Ribalto la domanda, o meglio la sposto incentrando l'attenzione sui problemi economici che si genererebbero se la pandemia dovesse durare per anni e causare milioni di morti diretti e indiretti (decessi per le patologie non legate al covid che non vengono curate per la mancanza di risorse, strutture e uomini impegnati a combattere il covid).
Non solo chiusura delle frontiere.
Urgente incentrare la ricerca sullo sviluppo di farmaci specifici (anticorpi monoclonali, antivirali) per il sars-cov 2, la produzione in larga scala e la disponibilità per tutti i pazienti affetti dalla malattia per avere un decorso più rapido e meno acuto e severo.
Farmaci da affiancare ai vaccini.
Medicinali che aiutano a prevenire e coadiuvare le lacune dei sieri.
Una situazione misteriosa e sconcertante, quella legata alla produzione degli anticorpi monoclonali, con le agenzie del farmaco, europea ed italiana, ancora silenti, che non hanno dato seguito e risposta alla richiesta di autorizzazione (a differenza di quanto accaduto in USA) dei centri di ricerca italiani, scopritori di queste molecole così preziose nella lotta al virus.
I provvedimenti ondivaghi "arlecchineschi" del Governo, e le mai sopite ideologie transfrontaliere "no borders" di molte istituzioni europee, sono solo palliativi poco efficaci e nocive.
Siamo in guerra, una guerra infida e non convenzionale, contro un nemico invisibile, è inutile negarlo.
Durante un conflitto, vince chi possiede le armi più efficaci, chi è più tenace, chi sa difendere e fortificare i suoi confini.
Vogliamo vincere questa battaglia contro il maledetto virus Sars-cov2, oppure ci vogliamo arrendere e continuare a sopravvivere per molti mesi con perdite di milioni di vite umane ?
La risposta ce la insegna la storia e l'epidemiologia.