Prima serata
Linea Notte piace al pubblico colto e di sinistra
Ascolti tv Auditel: «Linea Notte» è la dimostrazione che c’è ancora un mercato dell’informazione di ‘sinistra’
Nato come spazio di approfondimento politico del TG3 nel lontano 2001 col nome «Primo Piano» - da un’idea di Nino Rizzo Nervo e ai tempi in onda alle 23 -, col passare degli anni ha cambiato diverse volte format. Parliamo di «Linea Notte», rubrica condotta da Maurizio Mannoni e ideata da Antonio Di Bella che nella sua formula attuale ha visto la luce nel 2008. Il programma sembra aver trovato attualmente una collocazione adeguata - soprattutto quando le trasmissioni che lo precedono non sforano troppo nel palinsesto - riuscendo a far breccia in un target di pubblico perfettamente in linea con gli obiettivi della rete. Possiede tutti i crismi del perfetto rotocalco televisivo di approfondimento: rassegna stampa, commento delle notizie più importanti della giornata, ospiti in studio, collegamenti dall’estero e un immancabile momento culturale. Fin dal suo esordio il timoniere è il già menzionato Maurizio Mannoni, coadiuvato per una breve parentesi da un mostro sacro del giornalismo italiano come Bianca Berlinguer. Proprio Mannoni è uno dei protagonisti del rebranding di «Linea Notte» avvenuto nel 2016, una profonda trasformazione dello spazio che oggigiorno è più dinamico e più in linea con i tempi. E i risultati si sono visti.
Oggi l’approfondimento notturno ad opera della redazione del TG3 di Giuseppina Paterniti si divide fra talk in studio con più protagonisti rispetto al passato, una rassegna stampa più «moderna» e veloce grazie all’utilizzo della tecnologia e alcuni spazi fissi. Il dibattito solitamente ospita politici e giornalisti, ma anche - e soprattutto - scrittori, professori ed esperti d’arte. Forse è proprio questo uno dei motivi per cui, come vedremo, gran parte del pubblico è comporto da persone colte e con un buon titolo di studio. Ma veniamo ai dati:
TG3 LineaNotte (in onda dal lunedì al venerdì su Rai Tre a mezzanotte circa), nel periodo compreso tra il 10 settembre 2018 e febbraio 2019 fa registrare un’audience media di 500.150 spettatori e il 5,8% di share.
Rispetto al periodo omologo dell’anno precedente la trasmissione risulta in crescita per ben il 3,3% in termini di spettatori, con un guadagno di circa lo 0,3% per ciò che riguarda la share. Considerando solo il periodo più recente (dal 7 gennaio al 1° febbraio) l’audience media è pari a 497.500 spettatori e la share al 6,0%. (+4% spettatori e +0,6% di share in confronto allo stesso periodo del 2018).
Il profilo dello spettatore del programma è leggermente più maschile (54%) e localizzato nettamente nelle fasce più mature della popolazione: oltre il 50% del pubblico ha più di 65 anni e la quota degli over 55 è superiore al 74% del totale; il pubblico under 35 anni rappresenta, invece, il 6% della platea.
Considerando i titoli di studio e la classe socio economica, il 14% del totale degli spettatori è laureto e circa il 56% è almeno diplomato; in particolare sul target dei laureati la trasmissione riesce a raggiungere un alto 8% di share (sul 5,8% totale degli individui). Ne consegue anche una maggiore affinità nei confronti di un pubblico appartenente alla fascia socio-economica alta (16% del totale spettatori e share 8%) e medio alta (23% del totale spettatori, share 6%).
Per quel che riguarda la distribuzione sul territorio, invece, il programma ottiene i risultati migliori nel Centro Italia: le regioni più ‘fedeli’ risultano l’Umbria (7,7%), l’Emilia Romagna (7,5%), la Sardegna (6,9%), il Lazio (6,9%) e la Toscana (6,8%). Al contrario, la trasmissione è meno seguita al Sud, con Sicilia (3,5%), Puglia (4%) e Campania (4,1%) fanalini di coda.
«Linea Notte» è quindi la dimostrazione che c’è ancora un mercato dell’informazione di ‘sinistra’ e che quello zoccolo duro apprezza questo genere di trasmissioni. Certo, la media dell’età è alta. Ma questo è un problema di tutta la rete che si può risolvere solo intervenendo sul profilo generale di Rai Tre.
*I dati pubblicati sono a cura del colosso pubblicitario Omnicom Media Group.