“Bomba” all'amianto al Tiburtino. La denuncia choc
Nel 2009 la Asl ha confermato la pericolosità delle strutture
Vivere a venti metri da una distesa di amianto, aprire le finestre e rischiare di respirare ogni mattina polvere cancerogena. Infossato tra le palazzine di cinque, sei piani di via Vittorio Valletta, si nasconde una bomba ad orologeria: tre giganteschi capannoni con tetti in eternit. Lastre ormai vecchie e degradate, un vero e terribile incubo per gli abitanti della zona. Siamo a Casal de' Pazzi, in uno degli angoli più sperduti e abbandonati del IV municipio, quadrante est della città.
Le segnalazioni sulla presenza delle strutture, che appartengono ad un privato, risalgono ad almeno dieci anni fa: lettere, incontri, telefonate da parte dei cittadini hanno tentato di sollevare il problema. Nel 2009 c'è stato anche un sopralluogo della Asl RmB che ha redatto un verbale in cui si confermerebbe la presenza del materiale killer. Nel 2013 è partita persino una denuncia alla Procura della Repubblica firmata dagli abitanti del quartiere, assistiti dall'Osservatorio Nazionale Amianto. Ma in tutti questi anni, nulla è accaduto, nulla si è mosso, e le tegole di amianto sono ancora lì, sempre più danneggiate e pericolose.
I capannoni sono utilizzati da una ditta per la vendita e il deposito di materiali edili: nel frattempo, come testimoniato da alcuni annunci affissi al cancello, il terreno e le strutture sono state messe in vendita o in affitto.
Nel totale disinteresse delle istituzioni, intanto, numerose persone della zona si stanno ammalando. Alla signora Maria, che abita in una di queste palazzine da dieci anni ed ha un balcone con vista sull'eternit, sono state diagnosticate le placche pleuriche, una patologia strettamente legata all'esposizione all'amianto. “Il medico mi ha detto che non devo assolutamente respirare amianto ma vivo qui e ce ho continuamente davanti questa bomba all'amianto”, racconta. “Dopo anni di proteste, non sappiamo più a chi chiedere aiuto”.