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 L’ultima seduta prima della pausa per il ponte pasquale ha visto l’indice Ftse Mib lasciare sul terreno l’1,39% a 18.205 punti. Le contrattazioni riprenderanno a Piazza Affari 29 marzo. I mercati hanno pagato l’intonazione negativa del petrolio e le indicazioni contrastanti arrivate dagli Stati Uniti. Il Pmi servizi ha deluso le attese e ordini beni durevoli a febbraio si sono ridotti del 2,8%. La lettura è leggermente migliore delle attese degli analisti i quali attendevano una riduzione del 3%. 
Reazione negativa del mercato all’atteso annuncio delle nozze tra Banco Popolare e Bpm, in calo rispettivamente del 4,8% e del 5,34%. Ieri sera i consigli di amministrazione dei due istituti hanno approvato il progetto che porterà alla fusione e alla nascita del terzo istituto finanziario italiano. Il rafforzamento di capitale sarà da 1,5 miliardi, mentre il prossimo consiglio di amministrazione sarà composto da 15 membri. Nella capogruppo il 54% sarà in mano agli azionisti del Banco Popolare mentre il 46% ai soci di Bpm. Il nuovo gruppo vanterà attivi per oltre 170 miliardi di euro, 2.500 sportelli con circa 25 mila dipendenti e 4 milioni di clienti. Nel piano industriale, che sarà presentato entro un mese alla Bce, si prevede entro il 2019 una riduzione dei Non performing loans (Npl) fino a 10 miliardi di euro nominali. 
Tra le big di Piazza Affari rosso intenso oggi per Eni (-2,37% a 13,15 euro) dopo che Standard & Poor’s ha abbassato il rating di lungo termine a “BBB+” (con outlook stabile). Titoli oil che hanno pagato anche il nuovo ritracciamento del petrolio con il Wti che ha allungato al ribasso sotto la soglia dei 40 dollari al barile. Ribasso marcato anche per FCA (-4,12% a 6,75 euro) all’indomani del collocamento del bond da 1,25 miliardi di euro con cedola fissa del 3,75% e scadenza marzo 2024. Segno meno pure per Campari (-0,8%) nonostante la britannica Barclays abbia alzato la valutazione a "equal weight". 
Ritraccia Ansaldo Sts (-0,37% a 10,66 euro) dopo il rally della vigilia dovuto alla mossa a sorpresa di Hitachi che blindano il controllo della società portandosi al 50% del capitale, al riparo quindi da eventuali controfferte. Hitachi ha acquistato 6,9 milioni di azioni Ansaldo Sts, pari al 3,47% del capitale salendo al 49,95%. Ma secondo quanto riportato oggi dal Sole 24 Ore la società nipponica avrebbe già effettuato ulteriori acquisti assicurandosi il 50% più un'azione del capitale. Secondo il fondo Elliott, il secondo maggiore azionista di Ansaldo STS con una posizione lunga complessiva pari al 28,872% del capitale della società, la condotta di Hitachi "conferma che il suo prezzo di offerta pubblica di acquisto ha significativamente sottovalutato Ansaldo STS".

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