Cinefestival

Italia e Bulgaria insieme per il Cinema a Roma

Si è aperta con un accordo bilaterale di co-produzione Italia-Bulgaria l’ottava edizione della Festa del Cinema Bulgaro a Roma: alla presenza del Ministro per i Beni e le attività culturali italiano Dario Franceschini e del Ministro della Cultura della Bulgaria Vezhdi Rascidov oggi, lunedì 25 maggio, è stato firmato fra Italia e Bulgaria il nuovo protocollo per la promozione delle coproduzioni cinematografiche ed audiovisive.

L’accordo verrà festeggiato alle 20,30 presso la Casa del Cinema di Roma (Largo Marcllo Mastroianni 1) alla presenza di una numerosa delegazione della cinema bulgara approdata appositamente convenuta per l’occasione. Fra i nomi più significativi ricordiamo quello di Pavel Vasev, nuovo direttore del Centro Nazionale di Cinematografia Bulgaro; Sevda Shishmanova, Direttore della Programmazione e Palinsesto della Televisione Nazionale bulgara; nonché una delegazione di registi e attori fra cui ricordiamo: Stefan Komandarev e la star del cinema bulgaro Asen Blatechky che assieme incontreranno il pubblico e presenteranno Il giudizio (2014), film d’apertura della rassegna.

La Festa del Cinema Bulgaro proseguirà martedì con la proiezione di Corno di Capra di Metodi Andonov (1972) con Climent Dencev, Marin Yanev, Milen Penev Nevena Andonova,  an Mavrodiev, Katya Paskaleva, Todor Kolev, Anton Gorcev. Il film fa parte di un’approfondita retrospettiva sulla cinematografia bulgara del passato nata da un’idea della Televisione Nazionale Bulgara che, attraverso il format Le scarpe lucide del cinema bulgaro, ha selezionato e scelto nei mesi passati alcuni tra i film più amati dai bulgari tramite televoto.

 

Il Giudizio

Paese: Bulgaria/Germania/Croazia/Macedonia

Durata: 110’

Regia: Stefan Komandarev

Sceneggiatura: Stefan Komandarev, Emil Spahiiski, Stefan Komandarev

Fotografia: Krasimir Andonov

Colonna sonora: Stefan Valdobrev

Con: Asen Blatechky, Ovanes Torosian, Miki Manojlovic, Ina Nikolova, Vasil Vasilev, Paraskeva Dzhukelova, Meto Yovanovsk

Il Giudizio è una pellicola del 2014 e narra la travagliata storia di Mityo e di suo figlio Vasco. I protagonisti della vicenda abitano in una regione piuttosto povera della Bulgaria, al confine tra Turchia e Grecia. La triste storia vede Mityo confrontarsi con la più grave tragedia della sua vita: l’aver perso sua moglie, il lavoro ed infine anche il rispetto e la fiducia di ciò che di più caro gli è rimasto al mono, suo figlio. Per poter  sperare di salvare almeno l’ultimo legame famigliare rimastogli, Mityo dovrà espiare un peccato commesso ben 25 anni fa. Il film è stato presentato per la prima volta in anteprima nell’ottobre del 2014 durante il film festival di Varsavia
Regista de Il Giudizio, è Stefan Komandarev, laureato in regia alla EAVE nel 2011 e membro dell’Associazione dei registi bulgari, dell’Associazione dei produttori cinematografici e dell’Accademia filmografica europea. Noto anche come produttore e sceneggiatore bulgaro, Komandarev è la mente ideatrice di numerosi film e documentari tra cui Il mondo è grande e la salvezza ci aspetta dietro l’angolo (2008), primo film bulgaro nominato per la selezione di film internazionali agli Oscar nel 2010, vincitore di 35 premi di festival internazionali , di cui la maggior parte nella sezione premi del pubblico. Tra gli altri La città delle badanti (2002, doc.), Alfabeto della speranza (2003, doc.), Pane attraverso il recinto (2002, doc.), Pensione per cani (1999).

 

Corno di Capra

Paese: Bulgaria

Durata: 105’

Regia: Metodi Andonov

Sceneggiatura: Nikolay Haitov

Fotografia: Dimo Kolarov

Con: Climent Dencev, Marin Yanev, Milen Penev Nevena Andonova, Stefan Mavrodiev, Katya Paskaleva, Todor Kolev, Anton Gorcev

1672, un piccolo paese nella zona remota dei monti Rodopi della Bulgaria. Mentre il pastore Karaivan è fuori con il gregge, quattro turchi irrompono in casa sua, violentano e uccidono sua moglie. Testimone della violenza è la loro piccola figlia Maria. Consumato dal dolore e dalla rabbia, il padre incendia la casa e porta la figlia con sé in una baita nella montagna. Nei dieci anni successivi la cresce come un uomo, insegnandole a cavalcare, a sparare con il fucile e combattere.
Lo scopo della sua vita ora è la vendetta. Tre dei turchi vengono uccisi dalla giovane donna con un corno di capra, simbolo del castigo. Nascosta nella ricca casa orientale del quarto, Maria è testimone di una scena di passione che risveglia la donna in lei. E’ a questo punto che Maria incontra un giovane pastore e trova l’amore. Inevitabile lo scontro con il padre che l’ha cresciuta per la vendetta. Maria ha assaporato l’amore e sa che non può dimenticare, ma può scegliere…
Premi e nominazioni: Premio della giuria, IFF Carlovi Vari, 1972; Premio per la regia “Hugo” d’argento, Chicago, 1973; Primo premio e premio del pubblico, “La rosa d’oro” – Varna, 1972, Premio per miglior attrice a IFF Panama, 1972 e a IFF Bruxelles, 1973.

 

Anime Condannate in proiezione per la terza giornata della Festa del cinema bulgaro

Procede la Festa del cinema bulgaro mercoledì 27 Maggio presso la Sala Volonté della Casa del Cinema di Roma (Largo Marcello Mastroianni 1) con la proiezione, a partire dalle 20.00, del terzo film prescelto per raccontare il Centenario del Cinema Bulgaro: si tratta di Anime Condannate di Valo Radev con Jan Englert, Edit Szalay, Rousy Chanev, Silvia Ranghelova, Louisa Topussian. L’idea della retrospettiva è stata della televisione nazionale bulgara che lanciato il format de Le scarpe lucide del cinema bulgaro: al pubblico è stato così chiesto di scegliere i film del passato più amati tramite televoto.

Anime condannate (1975)

Paese: Bulgaria

Durata: 141’

Regia: Valo Radev

Sceneggiatura: Valo Radev, tratto dal romanzo di Dimitar Dimov

Fotografia: Christo Totev

Con: Jan Englert, Edit Szalay, Rousy Chanev, Silvia Ranghelova, Louisa Topussian

In una Spagna stremata dalla fine della Guerra Civile si ritrovano a conversare amabilmente in una camera d’albergo madrilena  i due personaggi principali del film: Fanny Horn, una aristocratica inglese dipendente da psicofarmaci e Luis Eredia, un monaco spagnolo.

Mesi prima i due si erano incontrati a Toledo per la prima volta, quasi come in un colpo di fulmine la ragazza in viaggio con gli amici decide di abbandonarli e accompagnare invece  il monaco gesuita alla volta di Pena Ronda, città colpita da un’epidemia di tifo.

L’esperienza non sarà delle più semplici e i due si troveranno ogni giorni faccia a faccia con la morte. Nonostante la tragica situazione cresce nel cuore di Fanny l’amore nei confronti di padre Eredia che, inamovibile nella sua fede, farà sì che la donna compia gesti sempre più disperati per lui.