Enrico Bertolino, autore di “Le 50 giornate di Milano. Diario semiserio di un barricato sentimentale”, ha dichiarato ad Affaritaliani.it: “L’idea del libro è nata dalla casa editrice che me l’ha proposta, parla delle 50 giornate di Milano che speriamo di non dover rivivere, cioè di quelle giornate di quarantena che abbiamo passato in casa. È un diario che non vuol essere solo umoristico perché non c’era molto da ridere sull’argomento, ma ironico su quello che è successo a Milano in quei giorni. L’unica cosa da capitalizzare è il senso della collettività, venirne fuori insieme, lo spirito di squadra vero, dove sei qualcuno e puoi venirne fuori se ti affidi agli altri, ad esempio i rider, gli infermieri, gli autisti, tutte persone che prima per alcuni di noi potevano essere complementari adesso sono indispensabili e fondamentali per fare andare avanti la città. Rimettiamo quei 500 bauli di piazza Duomo di nuovo nei teatri, per riaprirli e tirar fuori non le speranze o i propositi ma far si che quel discorso delle 200 persone non sia anacronistico, far in modo che i teatri possano rivivere, ovviamente nel rispetto di tutte le normative, perché diventerebbe ridicolo. Meglio esser comici e non ridicoli.”