Coronavirus

Coronavirus,vaccini a gennaio ma siamo in ritardo.Molte Regioni senza un piano

Solo dieci governatori hanno fornito i dettagli sui siti e la logistica per lo stoccaggio delle fiale nei tempi previsti

Coronavirus, vaccini a gennaio ma siamo in ritardo. Molte Regioni senza un piano

L'emergenza Coronavirus continua in tutta Italia. Resta alto il numero di contagiati e anche i ricoveri in ospedale. Ancora più drammatica è la situazione per quanto riguarda i decessi, con numeri a tre cifre da settimane. Nonostante questo, a gennaio, dovrebbe arrivare il vaccino. Le prime 3,4 mln di dosi dalla Pfizer che serviranno per vaccinare 1,7 mln tra operatori sanitari e anziani. Ma - si legge sul Fatto Quotidiano - al momento sono solo dieci le Regioni pronte, che entro venerdì scorso hanno comunicato al commissario straordinario Domenico Arcuri il dettaglio di siti e logistica per lo stoccaggio delle fiale in arrivo in Italia a gennaio. Entro venerdì scorso tutte le Regioni avrebbero dovuto inviare a Domenico Arcuri, il commissario straordinario per l’emergenza pandemica, un piano dettagliato, con l’individuazione dei luoghi più idonei per stoccaggio e somministrazione.

Una richiesta fatta il 17 novembre. E alla quale, - prosegue il Fatto -alla scadenza, hanno risposto solo dieci Regioni: una su due. Non ce l’hanno fatta, a rispettare il termine del 20 novembre, né al Nord né al Sud. Dal Veneto al Friuli-Venezia Giulia, per arrivare alla Campania. Nonostante le ripetute sollecitazioni di Arcuri –e la concessione di uno slittamento della scadenza. Serviranno, infatti, celle frigorifere a meno 75 gradi per la conservazione di sei mesi; nelle apposite borse del fornitore per 15 giorni. In Italia tutto si inserisce nel quadro di un sistema nazionale dei trasporti e della logistica molto fragile. “Le imprese del settore non sono preparate per affrontare lo stoccaggio e il trasporto dei vaccini – spiega Dario Balotta, presidente dell’Osservatorio liberalizzazioni trasporti e infrastrutture –. Non lo erano nemmeno per quelli antinfluenzali. Sono arretrate, poco digitalizzate, come del resto conferma la gestione della logistica dei prodotti farmaceutici affidata a operatori stranieri”.