Coronavirus

Misure anti-Covid incoerenti, Draghi ammetta gli errori

Di Simone Ruggeri

Lettera aperta di un lettore a Mario Draghi

 

Egregio Presidente Mario Draghi,

chi Le scrive è un semplice lavoratore che da un anno a questa parte, come tutti, convive con questa pandemia. A differenza di altri, non essendo un libero professionista, esercente o imprenditore, non ho avuto le difficoltà che tutti conosciamo. Ma Le rivolgo una domanda: Le sembra giusto chiudere i comuni e non permettere di andare a fare compere in un negozio specifico, andare dal parrucchiere di fiducia (che per una donna significherebbe tanto) o negare ad una nonna di vedere i nipoti? La risposta sicuramente è NO. Ma allora Le sembra giusto concedere di prendere un aereo e andare in vacanza all'estero, e non per motivi di lavoro? A quanto pare SI. E poi se ci sono manifestazioni di dissenso andiamo a cercare il cavillo politico di qualche infiltrato? Per carità la violenza è deprecabile a prescindere. Ma ci sono padri di famiglia che non sanno se il mese prossimo riusciranno a mettere il piatto a tavola. E cosa fanno? Si indebitano. O peggio...

Abbiamo un'emergenza sociale e non discuto sull'impegno, ma sulle misure incoerenti. Sarà che criticare è facile, ma è innegabile che le colpe dell'estate passata le stiamo ancora pagando. Investimenti per le strutture scolastiche che non hanno garantito la ripresa. Un governo talmente carente nella comunicazione che ha lasciato lo scettro della verità sul palcoscenico di esperti, o presunti tali, che non hanno fatto altro che generare confusione. Non permettiamo a ristoranti, cinema e teatri di riaprire, ma possiamo vedere sale cinematografiche trasmettere la messa di Pasqua in streaming. Incoerenza!!! Magari non era meglio far lavorare poco, ma far lavorare sempre e con i dovuti controlli? Ripeto...sarà che parlare è facile, ma nobile se il pensiero è costruttivo. Ammettere gli errori lo è altrettanto se si ha a cuore una causa.