Coronavirus
Monoclonali, Grimaldi:“Italia rifiuta dosi gratis, Usa e Germania li comprano”
Intervista all'avvocato Erich Grimaldi che, dopo l'idrossiclorochina, ora si batte per i monoclonali e dice: "Il Covid va sconfitto a domicilio"
“Il Covid va sconfitto a domicilio. Se lo avessimo fatto da subito, non avremmo avuto alcuna emergenza” A dirlo sono 200 medici che lo stanno facendo con successo da mesi. E ora, dopo aver evitato l’ospedalizzazione a centinaia di persone, guidati dall’avvocato napoletano Erich Grimaldi, hanno stilato uno schema terapeutico vero e proprio di cura contro il Covid 19. Con l’avallo dell’epidemiologo americano Harvey Risch e del collega Peter Mc Collough.
È previsto anche l’utilizzo di idrossiclorochina, il tanto contestato rimedio derivato dal chinino (su cui Affaritaliani.it aveva scritto in merito allo studio internazionale a favore del farmaco, pubblicato su The International Medical Journal il 29 settembre 2020, l’articolo è disponibile qui). Ed è stato proprio Grimaldi a ottenere l’ordinanza del Consiglio di Stato che ha “liberato” idrossiclorichina. “Fra i pazienti curati subito, nessuno è finito in ospedale” afferma Grimaldi, che nel suo gruppo Facebook Terapia domiciliare Covid conta oltre 50.000 persone e che è fondatore del Comitato per il diritto alla cura tempestiva domiciliare nell’epidemia da Covid 19.
Avvocato, lei si sta battendo come un leone per le cure domicilari. Che risultati avete avuto?
Sul fronte medico, quando il paziente viene curato subito guarisce, non finisce quasi mai in ospedale. Come dice il mio amico epidemiologo americano Harvey Risch, laddove non vi è certezza di cura il medico deve poter fare il suo lavoro. E con me ci sono medici impegnati in prima linea, come il dottor Luigi Cavanna a Piacenza, Andrea Mangiagalli a Milano, Riccardo Szumzky a Treviso e tanti, tanti altri, tra cui Andrea Stramezzi (intervistato su questo sito, che ha guarito 160 pazienti.) L’obiettivo è solo uno: salvare le persone. Nel piano pandemico 2021-23 si parla di differenziazione delle cure a causa della scarsità di risorse, mentre i medici del gruppo e del comitato sostengono che, nelle more della campagna vaccinale, il Covid vada sconfitto dalla medicina territoriale”.
Dobbiamo a lei l’ordinanza del Consiglio di Stato che ha “liberato” idrossiclorochina. Perché questo ostracismo secondo lei?
Ho impugnato il provvedimento del 26 maggio con cui Aifa vietava l’utilizzo di idrossiclorochina su basi non convincenti. Insieme a 140 medici feci istanza di accesso agli atti, perché il veto del Cts si basava su uno studio di The Lancet, poi ritrattato. Per farla breve, l’opposizione a idrossiclorichina si basava su studi randomizzati effettuati in ospedale. Ma quando uno arriva in ospedale è già in fase avanzata, mentre idrossiclorochina è efficace in prima fase. A supporto della nostra tesi ho portato tutti i confronti con Harvey Risch, epidemiologo molto noto negli Usa e un considerevole numero di pubblicazioni scientifiche. E il Consiglio di Stato ci ha dato ragione: nei primi cinque giorni non ci sono studi, non si poteva dimostrare che idrossiclorochina è inefficace. Né che sia pericolosa, altrimenti avrebbe fatto morire tutti i pazienti che l’assumono da anni per l’artrite reumatoide! Infatti è entrata nel nostro schema terapeutico di cura.
Questa è la procedura legale…ma perché questa battaglia per bloccare idrossiclorochina?
Harvey Risch, grande epidemiologo, ha portato sui banchi del senato americano la questione; disse in diretta live che era una questione politica perché l’avevano usata Trump e Bolsonaro. Ora ha preso la mia ordinanza (Consiglio di Stato, ndr) e dice ha la manderà a Biden. In Piemonte orientale a febbraio 2020 sono state utilizzate con successo 3.000 confezioni di Plaquenil, nella zona fra Novara, Ovada e Alessandria. Due ricercatrici che lavoravano con il dottor Garavelli, ex collaboratrici di Andrea Savarino, suggerirono di utilizzare il farmaco che ha funzionato; lo stesso è accaduto nel gruppo di medici milanesi guidati dal dottor Mangiagalli, che ho avuto in chat da inizio marzo.
Avete stilato un protocollo di cura, in cosa consiste?
Prima di tutto prevede un intervento tempestivo. Farmaci facilmente reperibili e una uniformità di trattamenti anche in vista di raccolte dati per studi scientifici. Fra i farmaci delle fasi 1 e 2, ci sono l’acido acetilsalicilico, antinfiammatori, idrossiclorochina, azitromicina, doxicilina, ancitoagulanti, corticosteroidi, eparina e altri. La Tachipirina, per i medici che hanno stilato lo schema, non andrebbe assunta ai primi sintomi e non andrebbe assunto un atteggiamento di “vigile attesa”. L’obiettivo è evitare l’ospedalizzazione. C’è anche un trattamento facoltativo, nella fase zero, in caso di positività al tampone, a base di Vitamina D3 e K2, quercitina, lattoferrina, zinco picolato e resveratrolo.
Il 30 aprile 2020 ho mandato una Pec al governo chiedendo al Ministero della salute perché non stilasse un protocollo univoco per la cura domiciliare ai cittadini. Ora sono i cittadini a chiederlo.
Dopo idrossiclorochina, adesso sta combattendo per i monclonali. Ci spiega?
Abbiamo una società che li produce a Latina. Perché Germania, Usa, Canada, Ungheria hanno comprato i monoclonali e il Governo italiano, per quanto si dice, avrebbe rifiutato 10.000 dosi gratis? Si, lo ripeto. Avrebbero rifiutato migliaia di dosi offerte gratis il 29 ottobre 2020, quando la società produttrice, secondo alcune fonti, le avrebbe offerte al nostro paese in presenza di rappresentanti di Aifa, di Giuseppe Ippolito direttore dello Spallanzani di Roma, di Guido Silvestri. Per quale ragione? Anche qui, ho chiesto il verbale della riunione con un’istanza di accesso agli atti. In teoria la risposta è che non ci fosse l’ autorizzazione Ema, per poterli acquisire. In realtà la direttiva 83 del 2001 consente ai singoli paesi di attivare la procedura decentralizzata. Infatti la Germania ha acquistato seguendo la predetta procedura autonoma, così come Ungheria, mentre paesi oltre oceano, come Usa e Canada, hanno acquisito direttamente il farmaco. E noi che li produciamo a Latina non li abbiamo? Specifico, in materia di autonomia, che a gennaio 2020 i farmacisti di Prato vendevano alla comunità cinese il Plaquenil (idrossiclorochina).
Come ha fatto a raggruppare dietro a sé un numero così consistente di medici?
Conduco questa battaglia da marzo 2020. Ho fatto dirette live, collegando i vari territori fra loro perché i medici delle singole regioni non si conoscevano. Questo accadeva durante la prima ondata. Poi, con la battaglia a favore di idrossiclorochina, sono diventato il loro avvocato. Il punto è che se la gente fosse stata curata a casa non avremmo avuto alcuna emergenza. Ma chissà come mai il dotto Cavanna, o Garavelli, o Mangiagalli non vengono mai chiamati in tv…