Coronavirus

Pandemia? Se l'è portata via la guerra: ma i fallimenti del governo restano

di Paolo Becchi e Giuseppe Palma

Grazie alla guerra Draghi è riuscito a passare da uno stato di emergenza all'altro e a far dimenticare i fallimenti della politica sanitaria

Covid, la guerra in Ucraina lo ha "portato via": ma i fallimenti della politica sanitaria del governo Draghi restano 

Da quando Putin ha invaso l’Ucraina, all’improvviso non si parla più di pandemia. Il virus sembra essere scomparso, eppure abbiamo ancora - almeno sulla carta - circa duecento morti al giorno e un tasso di positività intorno all’8-9%. Grazie alla guerra Draghi è riuscito a passare da uno stato di emergenza ad un altro – unico caso che si sappia in tutto il continente europeo -  e a far dimenticare di botto tutti i fallimenti nella politica sanitaria del suo governo e di quello precedente.

Tanto è vero che il 2 marzo è stato convertito in legge dal Parlamento, nel silenzio generale, il decreto-legge n.1/2022, quello sull’obbligo vaccinale per gli over 50 e sul Super Green Pass obbligatorio per poter andare a lavorare. Noi, dunque, vogliamo ricordare e fissare nella memoria collettiva alcune date e alcuni fatti degli ultimi due anni. 

Le ultime parole famose…                   

1. 3 - 9 febbraio 2020. Sulle prime notizie provenienti dalla Cina, il Ministro della Salute Roberto Speranza il 3 febbraio dichiara: “non bisogna creare allarmismi perché la situazione è sotto controllo. Ci sono solo 21 casi in tutta Europa. Stiamo parlando di numeri residuali”. Venti giorni più tardi il governo adotterà il primo decreto-legge sulla pandemia, il n. 6/2020, mentre l’11 marzo Conte metterà l’intero Paese in lockdown con un semplice Dpcm! Ancora il 9 febbraio 2020, nel corso della trasmissione “Che tempo che fa” su Rai 1, il virologo Roberto Burioni afferma “In Italia siamo tranquilli, il virus non c’è; quindi, è lecito preoccuparsi solo per l’influenza”. Un mese più tardi sessanta milioni di italiani saranno segregati in casa.