Coronavirus
Scuola, allarme rosso presidi. "Impossibile riaprire. In Dad per un mese"
Lettera di 2000 dirigenti scolastici al premier Draghi e al ministro Bianchi. Ora l'ipotesi rinvio è più concreta, il governo messo spalle al muro
Scuola, i presidi: "Non ci sono le condizioni di sicurezza"
La variante omicron in Italia dilaga. Il Coronavirus non ha mai smesso di fare paura, ma adesso il numero di contagi è arrivato ad una quota fuori controllo: ieri 200 mila casi e dagli ospedali arriva il grido d'allarme dei medici: "Tra poco dovremo tornare a scegliere chi curare". La situazione è critica, ma il governo ha deciso che tutti gli studenti devono tornare in aula da lunedì prossimo. "Non ci sono le condizioni di sicurezza per riaprire, manteniamo gli studenti in Dad almeno fino al 24 gennaio e, se necessario, fino al contenimento del contagio»: la «bomba» - si legge sul Corriere della Sera - arriva in tarda mattinata nel giorno dell’Epifania, quando un gruppo autonomo di dirigenti scolastici diffonde una lettera appello al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e al premier Mario Draghi. All’inizio sono pochi (una ventina), ma col passare delle ore il numero di sottoscrittori schizza a 2 mila, su 8 mila presidi in Italia.
E adesso - prosegue il Corriere - la voce che il rientro a scuola possa essere rinviato inizia ad essere insistente. "Sono sempre stata critica sulla chiusura della scuola, ho sempre ritenuto che fosse un baluardo importantissimo da salvaguardare — spiega Amanda Ferrario, dirigente del liceo Tosi di Busto Arsizio, una delle promotrici dell’iniziativa —; ma oggi non ci sono le condizioni. Mancano mascherine Ffp2 per tutti, e soprattutto manca il personale: tra non vaccinati e positivi, le assenze sono tali da non permetterci di garantire il servizio". Il sindacato dei presidi rilancia: "Mettiamo tutti in Dad fino a febbraio — dice Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi — e intanto garantiamo Ffp2 a tutti ed effettuiamo una massiccia campagna di testing".
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