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Castro, iniziano le vacanze nel Salento dei due mari
Castro, scorre musica a fiumi tra mille luci colorate. Iniziano le vacanze nel Salento dei due mari
Si accendono mille luci colorate, il cielo si veste di fuochi d’artificio, scorre musica a fiumi. Con la Festa in onore della Madonna dell’Annunziata a Castro iniziano le vacanze nel Salento dei due mari. Ci sarà da ballare tutte le sere la pizzica nelle piazze, bere buon vino, degustare prodotti tipici e divertirsi nella magica primavera - estate 2017.
Ad aprire le danze è Castro sul Mar Adriatico.
Il 23, 24 e 25 aprile di ogni anno ricorre la grande Festa che inaugura la lunga serie di eventi di tradizione nel Salento. Ce ne saranno uno per ogni week end di primavera e poi addirittura uno ogni sera d’estate. E si avrà solamente l’imbarazzo della scelta, non sapendo dove andare prima per ballare e condividere con la gente del posto la gioia di vivere.
All’inaugurazione delle vacanze 2017 hanno partecipato giornalisti esperti di eventi, moda e turismo provenienti da India, Germania, Francia e Italia ospiti del Comune di Castro grazie al bando ospitalità della Regione Puglia nell’ambito dei POR FESR-FSE 2014-2020, Asse VI, Azione 6.8.
A Castro la Festa inizia nel pomeriggio del 24 con la sfilata storica: gli abitanti indossano abiti medioevali e fanno fare ai visitatori un salto nel tempo, quando la città era una contea e il conte con i nobili e i cortigiani festeggiavano la Madonna deponendo ai suoi piedi un cesto di fiori.
Subito dopo avviene la degustazione de “lu pisce a sarsa”. Si tratta di vope (in dialetto ope) fritte cosparse di aceto e mollica di pane. Era il piatto tipico dei pescatori i quali conservavano il pesce azzurro nell’aceto per non farlo andare a male. E oggi questa gustosa pietanza viene offerta gratuitamente agli ospiti. E’ considerata la variante della scapece gallipolina, dove il pesce piccolo viene fritto e lasciato macerare nell’aceto e colorato con lo zafferano.
All’imbrunire si accendono le mille luci colorate delle luminarie, impalcature di legno che, con i loro ghirigori, si ispirano al barocco leccese. Le ditte del Salento sono uniche in Italia tant’è che vengono chiamate anche all’estero per decorare i centri commerciali e le grandi vie delle capitali europee e del mondo come Parigi, Hong Konk e Tokyo.
Il cielo si colora di fuochi d’artificio e la banda intona i grandi capolavori della musica lirica italiana. Quest’anno variante in swing con Conturband, una banda di giovanissimi originaria di Turi che propone i grandi classici della musica internazionale e pizzica con i giovani di Castro.
Intanto cresce l’attesa per i fuochi d’artificio: si sfidano ben quattro ditte per ottenere l’ambito premio e avere anche l’onore di ritornare a Castro. Lo spettacolo dura due ore: dalle 21 alle 23 ed è bello assistervi e commentare con la gente del posto.
Al mattino si celebra un rito religioso molto intenso: la processione in onore della Madonna dell’Annunziata che attraversa tutte le vie del paese! Il sindaco consegna le chiavi della città alla Madonna e anche durante la processione, in pieno giorno, vengono sparati fuochi d’artificio in segno di festa.
La statua della Madonna con l’Angelo, restaurata di recente, è essa stessa un capolavoro. Venne realizzata dal grande maestro della cartapesta leccese Maccagnino nell’800 e viene conservata nella chiesa madre assieme ad altri capolavori dell’arte sacra, in cartapesta, come la Statua della Madonna Addolorata e del Cristo Risorto, firmato dall’altro grande maestro della cartapesta leccese Manzo.
MA CASTRO E’ BELLA DA VIVERE TUTTO L’ANNO. Ogni anno la città richiama migliaia di turisti grazie alla Grotta Zinzulusa e al fascino del suo centro storico, entrambi visitabili con guida grazie al biglietto unico (8 euro) che permette l’ingresso in grotta (sia via mare che via terra) e al rinnovato Museo Archeologico dove si può ammirare l’imponente busto della Dea Minerva, cui era dedicato il tempio.
La Grotta Zinzulusa deve il suo nome ai pescatori: vedendo da lontano le stalattiti che pendevano dal soffitto come tanti stracci, i pescatori la soprannominarono la Zinzulusa (dal dialetto zinzuli che vuol dire stracci). Le stalattiti e le stalagmiti assumono le forme più fantasiose: la torre di Pisa, il Duomo… ancora adesso vivono in grotta specie di cui si ha traccia sin dalla preistoria, i gamberi ciechi!
Salendo poi per il centro storico si attraversa la piazza, dove sono visibili i resti, le colonne e gli affreschi dell’antica chiesa bizantina, sulle cui rovine è sorta poi l’attuale chiesa madre, sede per un certo periodo anche del Vescovado. Ma è appena dietro l’angolo che Castro sfodera ancora un altro gioiello: le rovine del tempio della Dea Minerva che dominava la città e le imponenti mura messapiche che si possono ancora oggi ammirare. A scoprirle assieme al busto della Dea Minerva l’equipe guidata dal professore Francesco D’Andria.
“Castro”, dice il professore “era un grande emporio commerciale, proteso sul Mediterraneo, una città molto famosa nel Mondo Antico, tanto che Virgilio nel III libro dell’Eneide la cita, facendovi approdare l’eroe Troiano, Enea, che avrebbe dato i natali a ROMA. L’imponente statua della Dea Minerva è stata trovata sepolta in un cassettone di pietra tra le rovine del tempio, un tempio molto imponente a giudicare anche dalle decorazioni in pietra leccese che sono state trovate”.
IN OTTOBRE LA DEA MINERVA DI CASTRO IN MOSTRA NELL’ARA PACIS A ROMA. “La Statua e le decorazioni del tempio saranno in mostra in autunno nell’Ara Pacis”, annuncia il sindaco, Alfonso Capraro. “Sarà l’occasione per far conoscere ancora di più la nostra bella Castro che attrae ogni anno sempre più turisti. L’anno scorso abbiamo registrato un aumento del 7,7 per cento. Puntiamo non solo sul turismo balneare, grazie al nostro splendido mare, dove sventola ormai da anni la Bandiera Blu, ma anche sul turismo culturale avendo arricchito l’offerta con l’apertura del museo archeologico nel castello, proprio nel cuore del centro storico”.
Imperdibile è la visita al museo archeologico per ammirare la Statua della Dea Minerva e la romantica passeggiata lungo le mura del castello dove lo sguardo si perde tra gli ulivi e l’orizzonte.
ROCA VECCHIA. Per conoscere sempre più a fondo le storie dei popoli che abitavano e abitano sulle sponde del Mediterraneo, non può mancare una visita all’area archeologica di Roca Vecchia, definita la Micene del Salento. Era un villaggio abitato dall’Età del Bronzo fino all’alto Medioevo, al centro di numerosi scambi commerciali e culturali. Lo stanno rivelando gli scavi condotti dall’Università del Salento da diversi anni, avviati dal professore Cosimo Pagliara e oggi condotti da un’equipe di giovani archeologi. “Roca era un importante approdo per le genti che solcavano il Canale d’Otranto, dove i locali convivevano con gli abitanti provenienti da Mykonos”, spiega l’archeologo Nico Scarano.
Il sito è aperto tutti i giorni dal lunedì al venerdì e dalle 8 alle 16.30 per visite guidate gratuite come ha annunciato l’assessore al turismo del Comune di Melendugno, Anna Elisa Prete che aggiunge: “Il Comune di Melendugno si è posizionato al terzo posto per aumento dei flussi turistici in tutta la Regione Puglia. Vogliamo mantenere questo trend positivo migliorando sempre di più la qualità dell’offerta turistica”.
A pochi passi dal sito archeologico si trova la Grotta della Poesia piccola: era un Santuario dove i naviganti del Canale d’Otranto scrivevano le loro preghiere in ben tre lingue: il greco, il latino e il messapico. Invocavano il dio Tutor latino, Thaotor greco, Thator messapico perché li conducesse sani e salvi sull’altra sponda del mare.
La Grotta della Poesia piccola (non visitabile) è collegata via mare alla Grotta della Poesia grande, dove avvengono ogni estate spettacolari tuffi. I lettori e i giornalisti del National Gepgraphic l’hanno definita tra le dieci piscine naturali più belle al mondo! E un hotel lì di fronte è diventato un caso studiato da google: in una stessa settimana sono arrivati turisti provenienti da 80 nazionalità diverse!
Ma se a Roca la costa si caratterizza per le scogliere, le Marine di Melendugno sono famose anche per le morbide e bianche spiagge che vanno da Torre Specchia con San Basilio a San Foca (le Fontanelle e Li Marangi) fino a Torre dell’Orso, una delle baie più belle al mondo, racchiusa da due falesie e con una pineta che le fa da chioma. Definite dall’Associazione pedriati italiani a Misura di Bambino, sulle spiagge sventola Bandiera Blu del Fondo sociale europeo per lo sviluppo e per l’ambiente e Bandiera Gialla di Legambiente.
A Torre Sant’Andrea la Natura si è divertita a giocare con gli scogli. Ecco i magnifici faraglioni: lu Pepe a forma di Arco e l’Italia a forma di Stivale mentre la Sfinge protegge con il suo sguardo i piccolo villaggio dei pescatori.
Di giorno un tuffo nelle spettacolari acque di Castro e di Melendugno, la sera a ballare la pizzica nelle piazze o ad ascoltare la banda tra mille luci colorate.
Salento, una vacanza indimenticabile.
Info:
castropromozione pagina ufficiale FB
Dove soggiornare:
Hotel Orsa Maggiore
Litoranea per Santa Cesarea Terme
Castro
Tel 0836 94 70 28
info@orsamaggiore.it
Relais Masseria Le Cesine
Loc Termolito
Vernole
Tel 0832 35 13 21