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Coronavirus.Smart working,Contact Tracing , le nuove parole della pandemia
Forte il dovere di aiuto alle persone più fragili. Il caso di chi ha problemi di udito
Molte le prospettive, le priorità, gli stili di vita che questa pandemia ci ha fatto modificare e soprattutto ci costringerà a cambiare appena passata.
Il primo pensiero del mattino nel silenzio interrotto solo dal suono delle campane, dei canti corali sui balconi, spesso purtroppo dalle ambulanze, va sicuramente alla preghiera che questo momento così complesso finisca e che le persone guariscano. E poi al desiderio universale di ritrovare quella sana normalità, ora così difficile da immaginare, in assenza di un futuro certo.
Nella quarantena abbiamo imparato a capire quanto siano determinanti le regole.
Abbiamo appreso nuove parole come “il contact tracing”, che prevede di rintracciare tutte le persone venute in contatto con le persone contagiate. Termini che mai avremmo voluto imparare in questi termini, ma fortunatamente, la tecnologia sta permettendo evoluzioni importanti e ci tiene connessi.
Smart working e Contact Tracing, le nuove parole della pandemia
Lo Smart Working, il lavoro connessi da casa, ha creato nuove opportunità.
Ma a volte queste termini risultano incomprensibili per molte persone anziane. Ed allora che fare con loro per evitare che si sentano ancora più isolate?
Come aiutare tutte quelle persone, e sono molte in Italia soprattutto fra i senior, che non hanno competenze digitali? L’invito ad una solidarietà di “prossimità” è quanto mai opportuno.
Negli ultimi giorni si è letto dell’Italia che reagisce al Coronavirus, con azioni concrete di solidarietà e prossimità civica: dagli scout, alle associazioni di volontariato, osservando le giuste misure di protezione, senza dimenticare le forze dell’ordine che portano la spesa a casa a chi è solo e ha difficoltà di deambulazione.
Smart working e Contact Tracing, le nuove parole della pandemia.
Poi c’è una fascia di persone che potrebbero ulteriormente correre rischi di isolamento, e sono le persone che hanno problemi di udito o sentono poco. Come possono riempire il tempo, se non possono ascoltare la televisione e la radio non solo per seguire le notizie ma anche per distrarsi? Il rischio è quello di non sentire nemmeno il telefono e di non poter nemmeno conversare con i parenti o i vicini di casa per farsi un po' di compagnia e riempire la noia delle ore di isolamento.
Il rischio di derive depressive e deterioramento cognitivo per queste persone è un reale problema. Chi indossa un apparecchio acustico, ha necessità di sostituire le pile, e di periodica assistenza tecnica.
‘Al momento i centri audioprotesici non sono stati chiusi- spiega Sandro Lombardi Presidente di ANIFA ( associazione dei produttori di Apparecchi Acustici all’ interno di Confindustria Dispositivi Medici )- e chi necessitasse di assistenza o banalmente anche di nuove batterie per far funzionare gli apparecchi, vi si può recare nel rispetto della normativa. Le pile si possono tuttavia trovare anche on line, la maniera più sicura di approvigionamento’.
‘Le aziende che forniscono apparecchi acustici e di movimento integrato- stanno contattando i propri assistiti, e stanno offrendo servizi di teleassistenza “a distanza” per poter garantire alle persone la tranquillità di poter assolvere ai propri compiti in maniera autonoma’.
‘Il Governo sta imponendo misure importanti per la salute pubblica atte a ritardare la diffusione del Coronavirus (Covid-19), influenzando anche il modo in cui, l’audioprotesista interagisce con i propri pazienti- prosegue Sandro Lombardi- in particolare con i più anziani, che sono anche i soggetti più a rischio di complicazioni causate da questa nuova malattia’.
Il distanziamento sociale e l’autoisolamento da parte delle persone vulnerabili svolgeranno un ruolo cruciale nella lotta efficace contro l’impatto di Covid-19, ma anche l’assistenza tecnica è fondamentale per non compromettere la qualità di vita di queste persone. Le opzioni di supporto remoto per le valutazioni e i trattamenti sanitari di routine offrono soluzioni a questa sfida, anche nel settore dell’ audioprotesi.
‘Tramite gli appuntamenti virtuali di teleassistenza, grazie ad una specifica App- spiega Silvia Scialanca marketing Manager di Widex e Signia multinazionali leader nella produzione di apparecchi acustici, è possibile pianificare appuntamenti di follow-up e regolare le impostazioni degli apparecchi acustici in remoto, senza che i clienti debbano lasciare il comfort e la sicurezza della propria casa’.
Mentre il mondo unisce i propri sforzi per affrontare le sfide del coronavirus, le soluzioni di supporto da remoto di teleassistenza possono svolgere un ruolo importante nell’aiutare le persone più vulnerabili nella nostra società a sentirsi supportati e meno isolati.
Infine per chi non avesse competenze digitali, o parenti che possano essere di aiuto nel gestire questa fase di emergenza, anche per telefono gli audioprotesisti possono dare indicazioni, in caso di necessità.