Fecondazione, 40 anni di figli in provetta. Ma in Italia ancora ostacoli
Fecondazione assistita: 40 anni fa nasceva Louise Brown, la prima bimba in provetta
FECONDAZIONE: LOUISE, 40 ANNI FA PRIMA NATA IN PROVETTA. GRAZIE DA MLN DI BEBE'
"Agli uomini e alle donne che stanno tentando la fecondazione in vitro dico: non abbandonate mai la speranza. Ai medici e agli embriologi: continuate così. A tutti coloro che sono impegnati per queste procedure: grazie, a nome di milioni di bebè, per tutto quello che avete fatto". Louise Joy Brown celebra così il suo compleanno speciale. Con un grazie 'corale', perché "una volta ero l'unica al mondo. Ora ci sono milioni di noi e non possiamo più essere ignorati". I suoi primi 40 anni si festeggeranno in tutto il mondo. Era il 25 luglio 1978 quando i medici all'Oldham General Hospital, nel Regno Unito, l'accolsero come la bimba della speranza, la prima concepita in provetta, che avrebbe aperto la strada a molti altri.
"Questa settimana è il mio 40esimo compleanno - dice in un suo intervento pubblicato per l'occasione sull''Indipendent' - Come la maggior parte delle persone, probabilmente preferirei tenerlo per me. Ma in tutto il mondo, la celebrazione del mio compleanno è anche la celebrazione del 40esimo anniversario della fecondazione in vitro, la procedura che ha portato alla mia nascita. Secondo una nuova ricerca del mese scorso, sono nate 8 milioni di persone attraverso la fecondazione in vitro da quando è stata inventata". Ma i numeri lasciano il tempo che trovano, perché "ogni giorno nascono bambini da tecniche di riproduzione assistita".
E' consapevole del significato della sua nascita, Louise: "Quando sono venuta al mondo, Patrick Steptoe e Robert Edwards, i due uomini che hanno inventato la tecnica, hanno suggerito che il mio secondo nome sarebbe dovuto essere 'Joy', perché la mia nascita avrebbe portato gioia a così tante persone. Quaranta anni e milioni di bambini dopo, molti saranno d'accordo sul fatto che avevano ragione".
FECONDAZIONE: LOUISE 40 ANNI FA PRIMA NATA IN PROVETTA, GRAZIE DA MLN DI BEBE'
In 4 decenni "tante cose sono cambiate - riflette Louise - ma il desiderio delle coppie di avere bambini no. Mia madre, Lesley Brown, era depressa quando andò dal medico. Al centro di tutto c'era la sua incapacità di avere un figlio con mio padre, John. Quando hanno sentito di questo esperimento, ha dato loro speranza. Anche se non aveva mai funzionato prima, è stato qualcosa a cui aggrapparsi e felicemente mi ha portato alla nascita. In seguito ha funzionato di nuovo per loro, con mia sorella Natalie, nata nel 1982. Quello stesso viaggio è adesso disponibile per le coppie di oggi e grazie ai pionieri la strada è più facile da percorrere che mai".
Naturalmente, osserva, oggi "si dibatte sui tassi di successo delle diverse tecniche, su quanto la scienza dovrebbe spingersi con la genetica. Il settore della fecondazione assistita è un'industria multimiliardaria presente in tutto il mondo e dipende da dove vivi e da quale aiuto è disponibile, e a quale costo". Ma "ogni giorno donne e uomini iniziano questo viaggio".
"Purtroppo i pionieri - mia mamma e mio papà, Patrick Steptoe e Robert Edwards, e non dimentichiamo la loro fantastica assistente Jean Purdy, che è rimasta sveglia tutta la notte a guardare le mie cellule dividersi in una capsula di Petri - sono tutti morti. E certamente mia madre non avrebbe mai immaginato a cosa avrebbe portato la mia nascita. Quarant'anni dopo altri scienziati stanno spingendo i confini, gli embriologi stanno inventando nuove tecniche e le questioni morali sono ancora in fase di sviluppo. La fecondazione in vitro sta svolgendo un ruolo enorme nella trasformazione delle famiglie, con coppie dello stesso sesso possono ora diventare genitori. E io - conclude - ho visto tutto questo. Ho visto la fecondazione in vitro crescere, fino a diventare una procedura che ha cambiato il mondo".
FECONDAZIONE: 100 MILA FIGLI PROVETTA IN ITALIA IN 10 ANNI, ANCORA OSTACOLI
Un compleanno speciale: quarant'anni fa a Oldham, una cittadina inglese non lontana da Manchester, nasceva Louise Brown, la prima bambina al mondo concepita in provetta. Un fiocco rosa salutato dagli esperti della Società italiana di andrologia (Sia) come "una delle più grandi conquiste della medicina: ha cambiato la storia, al punto che oggi negli Stati Uniti l'1,5% dei bambini nasce con una tecnica di riproduzione assistita". Dal 2005 al 2015 in Italia, in base ai dati del registro dell'Istituto superiore di sanità, sono state effettuate oltre mezzo milione di procedure di fecondazione in vitro che hanno dato la nascita a oltre 100 mila bimbi, pari al 2,3% ogni anno. "I successi non devono però distrarre dalle difficoltà: la procreazione medicalmente assistita (Pma) è un percorso a ostacoli e tuttora il tasso di successo è inferiore al 50%".
Il maschio, affermano gli andrologi, è ancora il "grande assente" quando una coppia cerca un figlio che non arriva. In questi casi un uomo su quattro non viene visitato dall'andrologo, così oltre 60 mila delle 250.000 coppie con problemi di fertilità 'dimenticano' diagnosi e cura per lui. Interventi poco complessi e costosi come la correzione del varicocele, la cura di infiammazioni urogenitali, l'uso di terapie ormonali o di molecole antiossidanti a seconda dei casi, "potrebbero invece consentire una gravidanza naturale o favorire il successo di una eventuale Pma", assicura la Sia.
"In circa un terzo dei casi di infertilità di coppia il fattore maschile è evidente, mentre in un altro terzo la sterilità non riconosce cause evidenti in entrambi i partner. In questo contesto le tecniche di fertilizzazione in vitro come Fivet e Icsi rappresentano spesso l'unica chance di paternità biologica per il maschio - spiega Alessandro Palmieri, presidente Sia e professore dell'Università Federico II di Napoli - Nonostante questo e nonostante il continuo affinamento delle tecniche, la fertilizzazione in vitro rimane una corsa a ostacoli che inizia con la necessità di disporre di gameti, assenti nell'eiaculato nel 10% dei maschi sterili, richiede la fertilizzazione delle uova, la formazione di un embrione, l'attecchimento nella cavità uterina e una gravidanza a temine".
FECONDAZIONE: 100 MILA FIGLI PROVETTA IN ITALIA IN 10 ANNI, ANCORA OSTACOLI
Quando è il maschio ad avere problemi di fertilità "si ricorre in genere alla Icsi, che - ricorda l'esperto - prevede la microiniezione di un singolo spermatozoo all'interno dell'ovocita ed è oggi la tecnica utilizzata dal 58,4% al 98,4 % dei casi nei vari Paesi. Tuttavia i tassi di successo per tentativo, in termini di bambini in braccio, sono inferiori al 50% anche nei casi più favorevoli"
. Secondo gli esperti Sia, però, ogni anno si potrebbero evitare almeno 8 mila Pma semplicemente con una corretta e tempestiva diagnosi e cura dell'infertilità maschile. "L'infertilità maschile è raddoppiata negli ultimi 30 anni e il fattore maschile è esattamente sovrapponibile a quello femminile, si stimano ormai circa 2 milioni di italiani ipo-fertili. Ciò nonostante, mentre si moltiplicano i programmi di prevenzione per la donna e, a volte, ci si accanisce nell'individuazione e trattamento delle cause femminili, spesso si tralascia o si trascura del tutto l'altra metà della coppia", aggiunge Palmieri.
"Ginecologo e andrologo devono invece collaborare cercando di risolvere i problemi di lei e di lui che impediscono la gravidanza, ricorrendo alla Pma solo quando non c'è altra soluzione. Con adeguata prevenzione, diagnosi e terapia i problemi di molte coppie potrebbero essere intercettati anni prima: l'analisi degli spermatozoi, per esempio, è in grado di dirimere da subito il 50% delle cause di infertilità di coppia. Inoltre, tenere conto non solo del numero, della motilità e della concentrazione degli spermatozoi, ma anche di parametri funzionali non convenzionali come la frammentazione del Dna, significa migliorare la capacità dello spermatozoo di fertilizzare l'ovocita e migliorare la qualità dell'embrione: la frammentazione del Dna è spesso causata da radicali ossidativi presenti nel liquido seminale ed è correlata all'infertilità in modo direttamente proporzionale, recenti studi - conclude - suggeriscono che l'ormone follicolo-stimolante (Fsh) possa contrastare il fenomeno migliorando la qualità degli spermatozoi e aumentando il tasso di successi della Pma".