Costume

Nutella, gaffe francese. Agnese Renzi difende l'Italia. Olio di palma, la verità

Visita di Agnese Renzi al concept bar della Nutella a Expo Milano 2015. Dopo le dichiarazioni rilasciate ieri dal ministro dell'Ecologia francese Segolene Royal - che aveva invitato a non mangiare la celebre crema spalmabile della Ferrero "se si vuole salvare il pianeta" alludendo al contenuto di olio di palma - da piu' parti la politica italiana era scesa in campo a difesa dell'azienda di Alba. Agnese Renzi e' allora arrivata allo spazio Nutella presso Eataly accompagnata dalla figlia Ester e insieme hanno ordinato una crepe farcita dalla crema della Ferrero e guarnita di panna montata e zucchero a velo. 
 
"Segolene Royal sconcertante: lasci stare i prodotti italiani". Cosi' il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, aveva invece commentato ieri sera su Twitter l'invito della collega francese a non mangiare Nutella. E annuncia: "Stasera per cena... pane e #Nutella".
 
Nutella, scoppia il caso Royal - Il ministro dell'Ecologia francese, Segolene Royal, dichiara 'guerra' alla Nutella. In un'intervista a Canal+, l'ex compagna del presidente Francois Hollande ha invitato i telespettatori a non mangiare piu' la popolarissima crema spalmabile per salvare il Pianeta dalla deforestazione. In vista della conferenza sul clima in programma a dicembre a Parigi, la Royal ha spiegato che "la massiccia deforestazione e' una delle cause del riscaldamento globale". "Dovremme smettere di mangiare Nutella", ha quindi affermato, spiegando che l'olio di palma contenuto nel prodotto e' uno dei maggiori responsabili della deforestazione. E quando il giornalista ha obiettato che la Nutella e' "buona!", il ministro ha concesso: "ebbene si'" ma dovrebbero "usare altre materie prime".
 
Poi oggi le scuse su Twitter: "Mille excuses pour la polémique sur le #Nutella. D'accord pour mettre en valeur les progrès".
 
La Ferrero difende l’olio di palma - Sul suo sito la Ferrero spiega che l'olio di palma viene utilizzato "perche' conferisce al prodotto la sua consistenza cremosa" ed evita di ricorrere al "processo di idrogenazione, che creerebbe pericolosi grassi 'trans' nocivi per la salute". L'azienda ha inoltre sottolineato che i suoi prodotti sono realizzati con olio di palma proveniente da piantagioni certificate secondo lo standard Rspo (Roundtable on Sustainable Oil Palm). Gia' nel 2012 il Senato francese aveva messo nel mirino la Nutella, provando ad aumentare del 300% la tassa sull'olio di palma. L''emendamento Nutella', alla fine, non passo'.
 
 
Olio di palma, la guerra "cambia i biscotti". In campo Wired Italia: "Ecco la verità" - Rende buoni e gustosi centinaia di prodotti da forno, snack, biscotti. Valorizza gli effetti su una larga varietà di creme, prodotti di cosmetica e saponi. E' l'olio di palma: tutti i media italiani ne parlano. Ma su tante qualità esplode la polemica e in rete dove c'è chi ha messo in piedi una petizione on line con 140 mila firme per dire no. E mentre i produttori sembrano organizzarsi per una "difesa mediatica", un articolo pubblicato da ‘Wired Italia’ dal titolo ‘Tutta la verità sull’olio di palma’ è entrato nel vivo della polemica, ma controcorrente, sottolineando piuttosto che "il quadro disegnato dagli scienziati, almeno su alcuni aspetti, è decisamente ridimensionato". Sulla falsariga, anche il magazine di analisi politico sociale ‘Strade’ pubblicando una serie di articoli che smontano le accuse.
 
Eppure, la risonanza ottenuta da queste campagne è stata tale che anche alcuni parlamentari italiani hanno deciso di cavalcare l’onda mediatica sollevando la questione all’interno dei palazzi: l’onorevole Matteo Mantero del Movimento 5 Stelle ha presentato una risoluzione drastica per eliminare olio di palma dalle forniture pubbliche; l’onorevole Colomba Mongiello del Partito Democratico ha presentato una risoluzione per obbligare le aziende al solo utilizzo di olio di palma certificato.
 
In sintesi tutta la polemica è riconducibile a due principali motivazioni: l’olio di palma sarebbe dannoso per la salute e contribuirebbe al deforestamento feroce e senza limiti delle aree naturali del Borneo e del Sud America. Vediamo se i dati aiutano a fare chiarezza. Sotto l'aspetto della salute, l'olio di palma contiene acidi grassi saturi per circa il 50%. Tuttavia, i grassi saturi sono compatibili con una dieta sana ed equilibrata. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda di integrarli in calorie giornaliere per una quantità di circa 10%. C’è da dire che gli acidi grassi saturi sono presenti in una vasta gamma di prodotti che consumiamo ogni giorno, tra cui carne, formaggi e burro, tre prodotti che rappresentano la maggior parte della nostra assunzione di acidi grassi saturi. E qui il nervo si scopre perché solo il burro, come evidenziato dal dott. Jean Graille, esperto in biotecnologie grassi e lipidi, contiene tra il 60 e il 70% di grassi saturi.
 
Secondo il Fondo francese per l’alimentazione e la salute (FFAS), l'olio di palma rappresenta solo una piccola percentuale di grassi saturi in Europa: costituisce circa il 10% del consumo di grassi saturi dei francesi; in Italia è ipotizzabile che il consumo sia leggermente superiore. Nel 2010, uno studio pubblicato sul prestigioso American Journal of Clinical Nutrition  e nel 2013 uno studio condotto dalla dott.ssa Elena Fattore dell’Istituto Mario Negri hanno concluso che non vi sono prove significative a sostegno della conclusione che i grassi saturi nella dieta possano essere associati con un aumentato rischio di malattia coronarica o cardiovascolari.
 
Altro elemento di studio ha riguardato il fatto che l’olio di palma rappresenti la fonte più ricca di carotenoidi nel mondo: un composto chimico naturale con una concentrazione 15 volte superiore alle carote e 30 volte superiore ai pomodori. Non solo, perché l'olio di palma è anche una delle fonti più ricche di tocotrienoli e tocoferoliche che contengono quella stessa Vitamina E universalmente riconosciuta utile a proteggere contro il cancro e invertire il processo di neurodegenerazione. E’ lo studioso Pramod Khosla, professore presso il Dipartimento di Nutrizione dell'Università Wayne State a Detroit, ad affermare che gli studi condotti negli ultimi due decenni mostrano i tocotrienoli siano "molto efficaci" nel distruggere le cellule tumorali.
 
L'ASPETTO AMBIENTALE
La FAO stabilisce nelle sue relazioni che oltre il 60 per cento del territorio malese è ancora coperto da foreste e che la Malaysia, il secondo produttore al mondo dopo l’Indonesia, usa solo il 24% dei suoi terreni per lo sviluppo agricolo. Se facciamo un paragone con l'Italia, abbiamo foreste per il 31% del territorio e destiniamo il 47% a terreni agricoli. La palma da olio inoltre produce 4,13 tonnellate di olio vegetale per ettaro, che è 5,5 volte la resa della colza e 7 volte il rendimento del girasole. Con questi rendimenti più elevati, è evidente che l'olio di palma sia in realtà la cultura che ha bisogno di meno spazio.
Il rispetto degli oranghi è poi l’altra questione assai controversa e sollevata dai media, visto che si tratta di una specie protetta in Malesia. Ma nella sola regione malese di Sabah, oltre il 50% del territorio è coperto da foreste e vi abitano circa 11.000 oranghi. Questi animali sono protetti ai sensi della legge Sabah Wildlife Conservation Enactment (1997), che impone multe salatissime e addirittura il carcere in caso di maltrattamenti o uccisione di oranghi.
 
L'ASPETTO ECONOMICO
Secondo uno studio della società di consulenza inglese, Europe Economics, l’olio di palma dà un forte contributo all’economia italiana con 14.600 posti di lavoro, € 1.050 mln del PIL e € 500 mln in entrate fiscali. In Malesia, invece, i piccoli agricoltori coltivano circa il 40% del terreno utilizzato per le coltivazioni di palma da olio. E’ un dato di fatto che, grazie al contributo dell’olio di palma, la Malesia è riuscita a ridurre il tasso di povertà nazionale, che si attestava al 50% al momento dell'indipendenza del paese, arrivando oggi a meno del 5%.
 
L'OLIO FA PAURA
Mentre le grandi aziende attendo, la romana Gentilini ha deciso di non utilizzare più l'olio di palma. Mossa prudenti o azzardo di marketing per cavalcare l'onda contraria?