Costume
Occupazione femminile in Italia, tra le prime 100 società quotate in Italia le AD donna sono pari agli AD di nome Carlo
L’occupazione femminile in Italia è al 48,9%. Le donne ai vertici delle quotate sono il 5,8%. Se il tasso fosse paritario, il PIL aumenterebbe di €88 mld.
Occupazione femminile, “L’importanza di chiamarsi Carlo” andrà in onda questa sera alle 21 sui canali 100 e 500 di Sky e sul canale 50 del digitale terrestre.
Il tasso di occupazione femminile in Italia si attesta al 48,9% - percentuale definita dallo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “impresentabile” - e l’acuirsi della crisi economica rischia di aggravare ulteriormente la situazione creando un alibi per lasciare invariato il gender gap.
Secondo Valore D, la prima associazione di imprese in Italia per l’equilibrio di genere e per una cultura inclusiva, bisogna agire subito per invertire la rotta e incentivare l’inclusione femminile, attraverso azioni concrete e un patto tra le imprese e le istituzioni.
Questa call to action, legata al Manifesto per l’occupazione femminile di Valore D, è oggetto di un dibattito televisivo che andrà in onda questa sera su Sky TG24 (Sky è una delle aziende che ha sposato il progetto) in un confronto tra istituzioni, imprese e mondo accademico. La trasmissione, moderata da Sarah Varetto, si intitola “L’importanza di chiamarsi Carlo” poiché in Italia, tra le prime 100 società quotate, il numero degli Amministratori Delegati di nome “Carlo” è pari al numero delle Amministratrici Delegate donne. Questo riflette un dato particolarmente negativo: in Italia le donne ai vertici delle quotate rappresentano il 5,8% del totale.
La chiamata ad aderire al Manifesto per l’occupazione femminile, documento programmatico in 9 punti per raggiungere la parità di genere proposto da Valore D nel 2017 e siglato a oggi da 150 aziende associate, si fa ancora più urgente alla luce della pandemia e dell’emergenza economica, due fenomeni che svantaggiano ulteriormente le donne dal punto di vista dell’occupazione (dati ISTAT agosto 2020: -151mila uomini lavoratori e -274mila donne lavoratrici, rispetto all’anno precedente) e della qualità della vita: 1 donna su 3 ha “subito” gli effetti negativi dello smartworking per mancanza di equilibrio tra lavoro e vita domestica e già in situazioni normali dedica 21 ore più degli uomini alla cura della famiglia.
La mancanza di una struttura di welfare adeguata fa sì che in Italia gli asili nido ospitino solo il 24,7% dei bambini con meno di 3 anni (al di sotto dell’obiettivo europeo di raggiungere la soglia del 33% entro il 2010) con un ulteriore aggravio del carico sulle donne.
Infine, i limiti di un sistema non inclusivo hanno un impatto negativo sull’economia anche al di là dell’emergenza Covid-19: se il tasso di occupazione femminile eguagliasse quello maschile il PIL italiano aumenterebbe di 88 miliardi di euro.
Hanno partecipato al confronto:
- Nunzia Catalfo, Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali
- Paola Mascaro, Presidente di Valore D
- Maximo Ibarra, Amministratore Delegato di Sky Italia
- Alessandra Perrazzelli, Vice Direttrice Generale della Banca d’Italia
- Matteo Del Fante, Amministratore Delegato Poste Italiane
- Veronica De Romanis, Docente European Economics Luiss
Di seguito le principali dichiarazioni rilasciate durante la registrazione della trasmissione:
“Per favorire l'occupazione femminile e rilanciare il Pil - ha spiegato il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo - puntiamo su una serie di azioni da finanziare con le risorse del Recovery Fund. Fra queste ci sono il potenziamento dei servizi per l'infanzia per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, la creazione di percorsi formativi fondati sull'acquisizione di nuove competenze, con particolare riguardo all'accesso alle discipline Stem, il rafforzamento degli strumenti di trasparenza retributiva per eliminare il gender pay gap e l'introduzione di un incentivo per l'assunzione di donne. Un primo passo in tal senso verrà effettuato nella legge di Bilancio, nella quale prevederemo una decontribuzione al 100% per tre anni per chi assume donne disoccupate al Sud e per coloro che assumono lavoratrici disoccupate da almeno 24 mesi su tutto il territorio nazionale”.
Il Ministro per gli Affari europei, Vincenzo Amendola, in un videomessaggio inviato per l’occasione, ha dichiarato: “Il Next Generation EU è stata una scelta consapevole dei 27 Stati europei che, insieme alla Commissione europea e alla Banca Centrale europea, hanno scelto di fare fronte comune e mettere a disposizione le risorse per affrontare la crisi economica legata alla pandemia. Queste risorse serviranno anche a superare antichi mali italiani ed europei come e una bassa occupazione femminile e un’equità di genere non sempre rispettata dalle politiche pubbliche. Il Manifesto di Valore D fa luce sulle priorità che noi in questi piani di ripresa e resilienza renderemo praticabili”.
“Questa trasmissione porta con sé due messaggi: che fare informazione è importante perché contribuisce a creare una cultura dell’inclusione e che un ecosistema composto da istituzioni, esperti, imprese e università che collaborano è l’approccio giusto per trovare soluzioni. La mia proposta? Come Presidente di Valore D chiedo di introdurre delle certificazioni sulle politiche di genere nelle imprese, associate a un sistema premiante che riconosca l’impegno dell’azienda. Dobbiamo fare. E in fretta!” ha dichiarato Paola Mascaro, Presidente di Valore D.
“Chi oggi guida un’azienda ha una responsabilità enorme: capire qual è l’impatto positivo che si può avere nella comunità nella quale si opera. Gli obiettivi da raggiungere non sono solo numerici, bisogna aggiungerne altri come sostenibilità, inclusività e diversità. A Sky sui temi legati alla parità di genere ci siamo dati obiettivi molto precisi. Ma come media company il nostro ruolo è duplice: avere più donne nei ruoli apicali, e lo stiamo facendo attraverso un cambiamento culturale e obiettivi concreti; e, allo stesso tempo, usare tutto il nostro potenziale per far sì che milioni di persone che ci guardano siano sempre più sensibili a questo argomento”, ha dichiarato Maximo Ibarra, Amministratore Delegato di Sky Italia.