Costume

Plastica. 8 buoni propositi per cominciare a liberarcene.

Daniele Rosa

Dagli spot di Bramieri alle balene morte per indigestione di plastica.

Negli anni sessanta Gino Bramieri ( conosciuto dagli attuali senior) era sicuramente uno degli attori italiani più conosciuti.

Un comico che ha regalato risate e sorrisi alle famiglie in un paese che stava crescendo ad un ritmo ‘quasi cinese’.

Parliamo di un PIL all’8,5%.

 

Normale che l’azienda del prodotto più innovativo dell’epoca, il Moplen ( praticamente la plastica) prendesse il volto e il fisico rotondo e fiducioso del Bramieri nazionale per promuovere i suoi piatti, bicchieri, posate, catini, mastelli, stivali lucidi e colorati tutti rigorosamente in plastica.

Un mondo di plastica che rappresentava un segno di benessere per gli italiani elettrizzati da un boom economico inaspettato.

8 propositi per cominciare a liberarci dalla plastica

Certo che se il buon Bramieri avesse pensato ai guasti di quel prodotto tanto pubblicizzato e venduto forse ci avrebbe pensato su prima di pubblicizzarlo e magari si sarebbe pure rifiutato di pubblicizzarlo.

 

Lo sviluppo economico e la vendita del prodotti in plastica non si sarebbe certo fermata poteva ma ora, abbiamo ben chiaro i danni di un uso incontrollato e irresponsabile della plastica e i rischi a cui andiamo incontro. E’ ora nostra responsabilità cambiare passo ed abitudini.

 

Ecco allora una specie di dieta ‘anti plastica’ che potrebbe aiutare la Terra ad alleggerirsi da questo fardello così dannoso.

 

8 piccoli sacrifici che dovremmo impegnarci a fare.

 

1)Al supermercato proviamo ad evitare l’acquisto di prodotti confezionati nei contenitori di materiale plastico e avvolti da pellicole trasparenti. Comperiamo frutta, carne e pesce sciolti. Almeno la carne e il pesce ce li daranno avvolti in carta. Magari la frutta per il momento no ma è già un primo passo. E poi portiamoci a casa il tutto in borse di tela, leggere, resistenti e riutilizzabili.

2)Teniamo sempre in borsa o nella 24 ore un paio di borse di tele ripiegate. Sono praticamente senza peso, non occupano spazio ma alla ‘bisogna’ sostituiscono perfettamente e meglio i sacchetti di plastica del negozio.

3)Proviamo a mangiare fuori e a casa senza utilizzare tanta plastica. Ad esempio è un buon esempio rifiutare le cannucce di plastica al bar o gli irriciclabili cucchiaini/bastoncini trasparenti per il caffè. Se la macchina del caffè in ufficio dispensa solo prodotto in bicchieri di plastica, perché non portarsi un sano piccolo bicchiere di vetro da utilizzare, lavare e riutilizzare? In casa ad esempio sarebbe molto opportuno ritornare ad utilizzare le normali bottiglie di vetro, magari più delicate da portarsi a casa ma sicuramente riciclabili. Oppure perché non ritornare alla storica ‘Idrolitina’ dei nostri nonni che garantiva acqua frizzante nel rispetto dell’ambiente. Forse qualche sacrificio in più ma che ne può’ valer la pena. Molti dati confermano che le bottiglie di plastica consumate al mondo in un giorno sono circa 1500 milioni.

8 propositi per liberarci dalla plastica

 

4)Compriamo, se possibile, al cambio di stagione nuovo abbigliamento naturale. I tessuti sintetici liberano microplastiche che hanno due destinazioni finali: i nostri mari e i nostri polmoni.

5)Concentriamoci anche sul nostro bagno e su tutta la plastica che in questo locale è ammassata per la nostra igiene personale. Dall’asse del Wc, alla tenda della doccia,a tutte le bottigliette che contengono shampoo, sapone, pasta dentifricia. Al momento non sono molte le aziende che vendono tutti questi prodotti di uso quotidiano al minuto, come creme idratanti e saponi, ma cominciano ad esserci. Ed allora vale la pena di un altro piccolo sacrificio e, ove possibile, fare una scelta di questo tipo con bottiglie di vetro riutilizzabili. Ad esempio la pietra naturale ‘allume di rocca’ è un perfetto deodorante e non abbisogna di nessun contenitore di plastica o bomboletta. Senza dimenticarsi tutta la microplastica dei mille contenitori di bellezza o igiene infilati nei nostri armadietti da bagno.

6)Cerchiamo di acquistare invece per la pulizia della casa prodotti che permettono il riutilizzo del contenitore. I supermercati cominciano ad essere attrezzati per vendere detergenti per tutte le superfici e pure per le lavastoviglie in contenitori riutilizzabili che a volte sono persino di vetro o meglio ancora di cartone. E’ chiaro che siamo noi consumatori con le nostre preferenze che dobbiamo orientare le offerte dei supermercati.

7)Pensiamo, quando dobbiamo allestire feste di compleanno, momenti fra amici o cene di lavoro, a come possiamo organizzare il tutto evitando di comprare plastica. Certo è molto più semplice andare al supermercato acquistare pacchi di bicchieri, di posate, di piatti tutti in plastica che hanno per noi un unico vantaggio: li buttiamo nella spazzatura alla svelta ma non altrettanto velocemente spariscono dal pianeta. Ed allora privilegiamo l’eleganza dei nostri bicchieri di vetro, delle nostre posate in acciaio e dei nostri piatti in ceramica. Potranno forse rompersi più facilmente? Dovranno essere lavati? La  fatica non sarà più tale se solo pensiamo di aver fatto un piccolo/grande favore al pianeta.

8)Abituiamo la grande distribuzione a cominciare a pensare in grande, ovvero offrire molti prodotti, per il momento ancora in plastica, almeno in confezioni grandi evitando le tante piccole bottiglie.E poi la speranza è di vedere ancora, come una volta le belle, sane e soprattutto riciclabili bottiglie di vetro, che il lattaio lasciava sulla porta di tante case la mattina presto.

 

Certo non si può’ subito pensare di cambiare il mondo, o di rimanere completamente senza plastica, ma modificare la tendenza ad un consumo esagerato questo si. Una tendenza che sta distruggendo ad una velocità, inaspettata solo 30 anni fa, gli oceani, i pesci, gli animali, lo stesso uomo.

Non siamo ancora al punto di non ritorno, i campanelli di allarme sono scattati forse ancora in tempo. Ma sta a noi consumatori consumare meglio e costringere la grande produzione e le grandi imprese a produrre meglio.

Ne va del nostro presente ma soprattutto del futuro dei nostri figli.