Costume
Tripadvisor, scrivere recensioni false è reato: condannato a 9 mesi di carcere
TripAdvisor, carcere per recensioni false. La sentenza
Il Tribunale penale di Lecce ha stabilito che scrivere recensioni false nascondendosi dietro altrettanto farlocche identità è un reato, chiudendo così una delle prime cause di questo genere in Italia. Il proprietario di PromoSalento, un’agenzia che vendeva pacchetti di recensioni false a titolari di ristoranti e hotel in Italia, è stato condannato a 9 mesi di carcere e al pagamento di circa 8000 euro per spese e danni.
TURISMO: CONFINDUSTRIA ALBERGHI, BENE SENTENZA CONTRO FALSE RECENSIONI
La sentenza del Tribunale penale di Lecce, che ha condannato a nove mesi di prigione e al pagamento di una somma per spese e danni il proprietario di una società che vendeva recensioni false su TripAdvisor, "è un segnale molto importante". Il commento è di Giorgio Palmucci, Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi.
"In questi anni abbiamo collaborato con TripAdvisor segnalando tutte le situazioni in cui venivano offerte recensioni a pagamento. Oggi questa sentenza fa giustizia per tanti operatori che lavorano con impegno e correttezza. Un precedente importante che potrà dissuadere quanti abbiano pensato di utilizzare le opportunità della rete in modo distorto", conclude.
TURISMO: FEDERALBERGHI, GIUSTA PENA INFLITTA A FALSE RECENSIONI TRIPADVISOR
"Va nella giusta direzione la sentenza del Tribunale penale di Lecce, che ha inflitto una pena esemplare (nove mesi di carcere) a uno 'spacciatore' di fake reviews, che scriveva e vendeva recensioni false utilizzando un'identità falsa". E' il commento della Federalberghi in riferimento alla notizia che riporta la decisione del Tribunale di Lecce di condannare a nove mesi di prigione un 'truffatore' di recensioni. Si tratta di uno dei primi casi legali in cui si definisce un crimine il fatto di scrivere recensioni false e per giunta sotto falso nome.
"Non possiamo però dimenticare - prosegue la nota della Federazione degli albergatori - che siamo di fronte ad un problema dalle dimensioni enormi. Né possiamo illuderci che possa essere risolto affidandosi al meritorio lavoro della magistratura o alla buona volontà dei singoli".
"A nostro avviso, - proseguono gli albergatori - la soluzione non può che risiedere in una robusta affermazione del principio di responsabilità. Il primo passo che i portali devono compiere per radicare un sistema in cui prevalgano le vere recensioni, scritte da veri clienti, che raccontano una vera esperienza, è un deciso stop alle recensioni anonime e ai nickname di comodo". "Ognuno dev'essere libero di esprimere la propria opinione - conclude la nota - Ma l'azienda che viene recensita e le persone che leggono la recensione hanno diritto di conoscere la reale identità dell'autore e di sapere se sta raccontando frottole o un'esperienza autentica".