Cronache
Csm/ "Creazzo va tolto dai coglioni". "A Ermini qualche messaggio va dato"
Le intercettazioni e i dialoghi tra Lotti e i magistrati. E Mattarella indice elezioni anticipate
Procure, intercettazioni/ Lotti: a Ermini qualche messaggio gli va dato - "..Pero' qualche messaggio gli va dato forte". L'ex ministro Luca Lotti parlava del vice presidente del Csm David Ermini nella famosa riunione del 9 maggio scorso con consiglieri del Csm, Luca Palamara e Cosimo Ferri in cui si discuteva della strategia per la nomina del successore di Giuseppe Pignatone al vertice della procura di Roma. Uno dei consiglieri, ora autosospesi, raccontava di aver "problemi" con Ermini anche in Disciplinare. E Lotti commentava: "questo non va bene pero'".
CAOS PROCURE: MORLINI INTERCETTATO, 'A CREAZZO DICIAMO TU QUA PERDI, CHE SI FA?'
"Noi contattiamo Creazzo e gli diciamo... Peppe guarda che qui noi ti possiamo votare ci sono cinque voti nostri e magari un laico ma tu qua perdi , che si fa?". Così, in un'intercettazione riportata nell'atto di incolpazione con cui il pg della Cassazione, Riccardo Fuzio, ha avviato l'azione disciplinare a carico di 5 consiglieri del Csm, Gianluigi Morlini, togato dimissionario, ex presidente della commissione per gli incarichi direttivi, si riferiva, in una riunione con altri consiglieri coinvolti e con Luca Palamara, Luca Lotti e Cosimo Ferri, alla discussione sul voto, che sarebbe avvenuta di lì a qualche giorno, sui candidati per la nomina a procuratore capo di Roma. Morlini in quella circostanza, rileva il pg, "attribuisce a sé stesso l'intenzione di voto in favore del candidato Creazzo, come poi sarebbe avvenuto nella seduta della commissione del 23 maggio successivo".
La difesa di Lotti: ho espresso opinioni, ne' pressioni ne' reati - "Ecco i fatti. In un incontro che si e' svolto in un dopocena ho espresso liberamente le mie opinioni: parole in liberta', non minacce o costrizioni. E' stato scritto che li' sarebbero state decise le nomine dei capi di alcune Procure, scelta che in realta' spetta al Csm". Lo scrive il deputato Pd Luca Lotti in un post su Facebook. "Quindi ho commesso reati? Assolutamente no - aggiunge - Ho fatto pressioni o minacce? Assolutamente no. La conferma, peraltro, e' arrivata anche ieri dalle parole di Morlini, che ho incontrato una sola volta in tutta la mia vita".
Procure: Pg Cassazione, togati Csm sapevano di Lotti - Nessuna "casualita'" nella riunione del 9 maggio scorso tra politici e magistrati sulla nomina del procuratore di Roma. Non solo: appare di "cristallina evidenza" "la preventiva e sicura consapevolezza" da parte di "tutti i consiglieri presenti, della presenza di Luca Lotti, oltre che del dott. Palamara e del dott. Ferri che ne erano i promotori". Lo scrive il Pg della Cassazione Riccardo Fuzio nell'atto di incolpazione con cui ha avviato l'azione disciplinare nei confronti di 5 togati del Csm (3 dimessi).
Caso Procure, Lotti: non ho commesso alcun reato. Basta fango
"Basta fango. Non ho commesso alcun reato". Luca Lotti, parlamentare del Pd coinvolto nel 'caso Procure', affida a un lungo post pubblicato su Facebook la sua versione sui fatti. "In questi giorni ho dovuto sopportare una vera e propria montagna di fango contro di me. Ci sono abituato, un politico deve esserlo per forza. Ma davvero stavolta credo siano stati superati dei livelli minimi di accettabilita'", scrive l'ex esponente del governo Renzi, che spiega: "Ho aspettato a parlare, anche perche' ogni giorno sono state pubblicate strane e fantasiose letture dei fatti e pezzi di frasi captate durante alcuni incontri. Incontri a fine giornata, non pericolosi summit in piena notte come qualcuno tenta di raccontare. In queste ore ho letto di tutto: di rapporti tra magistratura e politica, di incontri segreti, di cupole, di verminai. Niente che abbia a che fare con la verita'! Credo quindi che a questo punto sia opportuno un mio intervento. In questi anni ho incontrato decine di magistrati, per i motivi piu' svariati: se e' reato incontrare un giudice non ho problemi a fare l'elenco di quelli che ho incontrato io, in qualsiasi sede. Mai sono venuto meno ai doveri imposti dalla Costituzione e dalle leggi. Procedero' in tutte le sedi contro chi in queste ore ha scritto il falso su di me e lo faro' a testa alta come un cittadino che crede nella giustizia e in chi la amministra". "E allora di cosa stiamo parlando da due settimane? Ecco i fatti", prosegue il deputato Pd. "In un incontro che si e' svolto in un dopo cena ho espresso liberamente le mie opinioni: parole in liberta', non minacce o costrizioni. E' stato scritto che li' sarebbero state decise le nomine dei capi di alcune Procure, scelta che in realta' spetta al Csm: ricordo infatti che queste nomine vengono approvate da un plenum di 26 persone, sono proposte dalla V Commissione e necessitano il concerto del Ministro della Giustizia. Quindi ho commesso reati? Assolutamente no. Ho fatto pressioni o minacce? Assolutamente no. La conferma, peraltro, e' arrivata anche ieri dalle parole di Morlini, che ho incontrato una sola volta in tutta la mia vita".
"Ho fatto pressioni in merito al futuro della Procura di Roma per avere dei vantaggi personali, come qualcuno sostiene? Assolutamente no", aggiunge ancora Lotti su Facebook. "Qualcuno ha addirittura scritto che una mia opinione personale avrebbe potuto condizionare il processo Consip! Niente di piu' falso, niente di piu' assurdo. Come sarebbe stato possibile? La realta' e' che la Procura di Roma nel dicembre 2018 ha chiesto per me il rinvio a giudizio per favoreggiamento, ma anche l'archiviazione per il reato di rivelazioni di segreti d'ufficio. I miei dubbi su questa inchiesta li chiariro' durante l'udienza preliminare. Ma deve essere chiara una cosa: qualunque siano i futuri vertici della Procura di Roma la mia udienza davanti al Gup e' gia' in corso e verra' definita come e' giusto che sia, senza alcuna interferenza. Detto in altre parole: anche se il futuro il Procuratore di Roma dovesse essere mio fratello, la richiesta di rinvio a giudizio e' gia' stata fatta e sto affrontando il procedimento penale. Non c'e' alcun collegamento tra la nomina del Procuratore di Roma (che certamente non puo' dipendere da me) e il mio procedimento. Questa e' la pura e semplice verita'. Ripeto: questi i fatti. Il resto sono solo parole. Anzi, il resto e' solo un contorno fatto di strumentalizzazioni, illazioni e ipocrisie. Sono l'unico politico della storia della Repubblica italiana ad avere incontrato magistrati e ad avere liberamente espresso opinioni personali? E soprattutto, da dove deriverebbe il mio strapotere tanto forte da arrivare a condizionare le scelte del Consiglio Superiore della Magistratura? Infine trovo squallido che mi si accosti, anche lontanamente, ad attivita' di dossieraggio. Gli esposti che riguardano Pignatone e Ielo a Roma e Creazzo e Turco a Firenze sono firmati da magistrati che non conosco e che non ho mai incontrato. Lasciatemi in conclusione fare due semplici domande: com'e' possibile che durante un'inchiesta ancora in corso e che riguarda altre persone vengano pubblicate intercettazioni senza rilievo penale di non indagati? Come sono arrivate nelle redazioni dei giornali quelle intercettazioni?". "Le risposte a queste domande non sono a salvaguardia del sottoscritto, ma di tutti i liberi cittadini", conclude l'esponente del Pd.
Csm: Mattarella indice voto suppletivo, fiducia incrinata ora voltare pagina
Sergio Mattarella indice elezioni suppletive per i due componenti del Csm che si sono dimessi dopo lo scandalo sulle nomine delle procure, come primo passo per "voltare pagina" e restituire alla magistratura "il prestigio e la fiducia che le note vicende hanno incrinato". Allo stesso tempo il presidente Sergio Mattarella ha scelto di indire le supplettive a ottobre perche' la richiesta di scioglimento anticipato del Csm contrasterebbe con la necessita' di cambiare le procedure elettorali da piu' parti richieste.
Bufera procure: si e' dimesso consigliere del Csm Lepre
Si e' dimesso il consigliere del Csm Antonio Lepre, che faceva parte del gruppo dei consiglieri che si erano autosospesi per la vicenda degli incontri tra magistrati e politici sui futuri assetti delle procure. E' il terzo togato a lasciare dalle prime notizie dell'inchiesta di Perugia a carico dell'ex presidente dell'Anm Luca Palamara.