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Cronache
C'è la conferma! Irruzione di aria polare dal 3 gennaio. Neve fino in pianura

Ricorderete, voi affezionati nostri lettori, che a fine Novembre, in una nostra consueta tendenza di massima sulla possibile evoluzione della stagione invernale, avevamo ipotizzato un inverno differente da quello dello scorso anno, piuttosto caldo e siccitoso. 
Avevamo parlato di stagione più fredda e spesso anche instabile. Ovviamente, in un’analisi stagionale, non è possibile computare esattamente la tempistica con la quale possono realizzarsi le fasi fredde o quelle instabili ma si può prospettare soltanto una visione di massima trimestrale. 
INIZIO STAGIONE PIU’ FREDDO DELLA MEDIA, MA SICCITOSO - Ebbene, se è vero che sino ad ora l’instabilità è stata piuttosto fiacca, sostanzialmente limitata all’evento perturbato dei giorni scorsi, sotto l’aspetto del freddo quest'ultimo si sta manifestando in maniera più corposa rispetto alla norma, già in queste fasi iniziali della stagione. 
A conferma di una temperatura mediamente più fredda della norma su gran parte del nostro Paese, giungono i dati forniti da NCEP-NOAA e relativi alle prime due trascorse decadi di Dicembre.

SOTTOMEDIA ANCHE IN ITALIA - Appare evidente come gran parte dell’Europa orientale, danubiana e il centro est Mediterraneo abbiano avuto una temperatura sotto la media, anche di diversi gradi sull’Est Europa, specie in Turchia; tra 0,5 e 1,5° sotto la media anche su buona parte dell’Italia, specie sulle aree centro-meridionali e sulle pianure del Nord. 
Temperature sopra la norma solo sulle isole maggiori, Alpi e Prealpi di Nordest e localmente sull'alto Tirreno, nella norma altrove. 
PERCHE’ PIU’ FREDDO? - La causa, è una circolazione fredda artico-continentale appena a Est dell'Italia, che ci sta sfiorando costantemente, ma che si fa comunque sentire. 
Condizioni più fredde grazie anche all'anticiclone che agevola le inversioni termiche e che, soprattutto, vieta l’intrusione di correnti atlantiche miti. 
Si è trattato di una stagione invernale che si è avviata con un aspetto termico spesso sotto la media trentennale (e non solo più fredda di quella dello scorso anno, punto di riferimento poco significativo per essere stata anormalmente calda) a conferma di quanto avevamo supposto a fine Novembre.
INSTABILITA’ IN STALLO - Manca l’instabilità e soprattutto manca la neve, in particolare sui nostri monti. Un po' è anche fisiologico, seppure non sistematico, che il mese di Dicembre possa mostrarsi più siccitoso, se esso segue un autunno particolarmente piovoso e spesso anche alluvionale, come quello trascorso. Come dire, una fase di stallo è pur sempre possibile.
ALTA PRESSIONE TENACE FINO A CAPODANNO, MA CON SEGNI DI CEDIMENTO - Non riteniamo che questo trend siccitoso debba continuare per il prosieguo dell’inverno. L’alta pressione, pur agevolando nuove irruzioni moderatamente fredde su parte delle nostre regioni, potrà mostrarsi ancora tenace per quest’ultima parte di Dicembre e forse fino ai primi giorni di Gennaio, negando l’instabilità. 
SVOLTA DAL 3/4 GENNAIO E VERSO LA BEFANA - Stando ai nuovi dati, però, già dal 3/4 Gennaio e verso l’Epifania, essa potrebbe essere seriamente attaccata da azioni artiche fredde e, via via, anche più perturbate. Se per Dicembre, l’asse anticiclonico ha mantenuto costantemente posizioni centrali sul nostro bacino e sul centro ovest Europa in genere, prossimamente l’asse è previsto spostarsi verso Ovest. 
FREDDO E NEVE IN VISTA - Una prima conseguenza sarebbe, appunto, un’azione di aria artica meridiana sul fianco orientale dell’alta pressione con aria fredda artica proveniente dalla Scandinavia che punterebbe il nostro Bacino. 
La direttrice di affondo, come visibile dalla prima barica, potrebbe esser doppia. Ecco le due opzioni nel dettaglio.

PRIMA IPOTESI DI AFFONDO - L'onda fredda artica riuscirebbe a dare una "spallata" all'alta pressione oceanica, costringendola a ritirarsi in buona parte in Atlantico o su estremo Ovest Europa. Nuclei freddi entrerebbero inizialmente dalla Valle del Rodano, andando a innescare una bassa pressione tra Baleari, Sardegna e Tirreno poi in evoluzione verso Est/Sudest. 
In questo caso, gran parte d'Italia sarebbe coinvolta in una circolazione instabile e con freddo diffuso, magari meno intenso al centro sud, ma pure presente. 
Ne conseguirebbero piogge diffuse e rischio neve anche a quote basse, al Nord e parte del Centro. A seguire, nell'evoluzione verso Est della bassa pressione, rischio neve medio-bassa anche su Centro Sud Appennino.

SECONDA IPOTESI DI AFFONDO - Alta pressione di blocco più resistente su Ovest Mediterraneo e Ovest Europa, ma in elevazione meridiana verso il Regno Unito e discesa di aria fredda sul Mediterraneo centro-occidentale. In questo caso le correnti fredde scenderebbero più dirette sul Mediterraneo centrale, andando a innescare una bassa pressione sul sud Italia. 
Neve fino a bassa quota sul medio basso Adriatico, al sud e centro-sud Appennino in genere. Freddo, ma più secco sul resto del Paese.
CONCLUSIONI - Al di là della possibile direttrice (al momento entrambe le opzioni hanno uguale possibilità di realizzazione, 50% per ciascuna) si scorge dai modelli a medio termine, che l’alta pressione, così tenace in questo Dicembre, debba cedere prossimamente, magari proprio a ridosso dell’Epifania o appena dopo Capodanno; naturalmente in favore di incursioni fredde, portatrici di instabilità, piogge e nevicate. Seguite costantemente le nostre rubriche sul lungo termine, perché continueremo ad aggiornare quotidianamente la tendenza per la Befana e per Gennaio, mese che si annuncia senz'altro più intrigante in chiave invernale.

fonte ilmeteo.it

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Tags:
meteo neve gennaio
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