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Cronache
Carne, nitriti e nitrati cancerogeni: Beppe Grillo contro la lobby dei salumi
Beppe Grillo 
Lapresse

Non solo salumi: nitriti nel tonno in Toscana e Puglia

Salumi e carni non sono gli unici alimenti minacciati dall’abuso di nitriti e nitrati. È del 9 giugno scorso, la notizia di alcune intossicazioni alimentari avvenute in due diversi locali fiorentini e nel brindisino, in un locale di Portoferraio, dove un’intera famiglia avrebbe accusato malori e problemi respiratori. A legare tutti i casi, la consumazione di tonno che, a quanto emerso dalle indagini, era stato trattato con nitrati.  

In quella circostanza, come riportato anche da Affari Italiani, Adriano Rotunno, direttore del Servizio igiene degli alimenti dell'Asl di Brindisi aveva confermato che: “La materia prima non era il massimo della genuinità; per stabilizzare il colore era stato utilizzato un conservante a base di nitrati. Le iniezioni di conservanti forse contenevano un quantitativo superiore a quello consentito. Avevano fatto seguito – concludeva - problemi di asfissia e le difficoltà respiratorie”.

Il libro inchiesta di Coudray sugli additivi nei salumi

Il caso dei nitrati e nitriti nei salumi ha raggiunto la massima visibilità grazie al libro del regista e produttore di documentari d’inchiesta Guillaume Coudray, che dopo anni di studi dei processi di lavorazione della carne, ha pubblicato il libro “Cochonneries - comment la charcuterie est devenue un poison” (Cibo spazzatura - come i salumi sono diventati un veleno). Il volume è stato ripubblicato, con dati aggiornati, nel 2021 con il titolo “Who Poisoned Your Bacon Sandwich? The Dangerous History of Meat Additives” (“Chi ha avvelenato il tuo sandwich con il bacon? La pericolosa storia degli additivi nella carne”).

Da Le Monde al Financial Times, passando per il The Guardian: il libro di Coudray ha superato i confini francesi, catalizzando l’attenzione dei più importanti quotidiani internazionali che hanno apprezzato la forza e l’originalità con cui il libro inchiesta svela al lettore le manipolazioni e la strumentalizzazioni messe in atto dalle industrie dei salumi per mantenere in uso additivi che dovrebbero essere vietati dalla semplice applicazione delle norme sulle sostanze cancerogene.

Nelle sue analisi Coudray porta alla luce elementi e dati nuovi e allarmanti: “Gli studi condotti dai ricercatori dello IARC Cancer Epidemiology Unit dell'Università di Oxford nella primavera del 2019 hanno dimostrato che una porzione giornaliera di 50g di carne lavorata porta a un aumento del 42% del rischio di cancro colon-rettale. Una porzione giornaliera di 25g porta ad un aumento del 19%. Una porzione di 25g, mette all’erta Coudray, non è una grande quantità di carne lavorata: solo una fetta di pancetta cotta pesa tra gli 8g e i 15g. Oltre a questi ci sono le carni lavorate ‘nascoste’ come ad esempio i pezzi di prosciutto nelle insalate o nei piatti pronti”.

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