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Cronache
Carol Maltesi, l'assurdità delle attenuanti a chi fa a pezzi una donna
Fonte ipa

Da donna, avvocato, docente di criminologia e vittimologia, da essere umano, non condivido che in uno Stato di diritto possano “giustificarsi” attenuanti per crimini così efferati perché la vittima avrebbe “scatenato”, con la sua condotta disinibita e con lo “sfruttamento” dei sentimenti altrui, la condotta dell’assassino.

Una condotta peraltro caratterizzata da incredibile ferocia, per le modalità di esecuzione del delitto e per il comportamento tenuto nelle settimane successive. Se ne sarà tenuto debito conto nel decidere la pena? Non lo so. Dubbi ne sorgono, e parecchi. E intanto, viene da dire che no, giustizia non è stata fatta. E che troppo spesso, i ruoli di vittima e carnefice vengono confusi, mentre i contorni, soprattutto nei casi di omicidi caratterizzati da particolare efferatezza, sono e devono rimanere ben nitidi. 

*Presidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime 

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