Cronache
Caso Amara, Davigo cita Mattarella: "Mi ringraziò sulla Loggia Ungheria"
I verbali della difesa dell'ex pm di Mani Pulite davanti ai magistrati di Brescia
I verbali di difesa di Davigo sul caso Amara: citati anche Borrelli e Mattarella
Nei verbali della difesa di Piercamillo Davigo sul caso Amara compare anche Sergio Mattarella. Lo scrive Il Giornale di questa mattina, che propone degli estrratti del verbale di interrogatorio reso il 7 luglio davanti alla Procura di Brescia. Ventisei pagine in cui Davigo si difende e cita diverse figure rivendicando di aver agito solamente a fin di bene nel caso Amara per il quale è stato rinviato a giudizio.
Cita il Giornale un passaggio nel quale viene nominato Borrelli, il suo ex capo a Milano: "Al Consiglio superiore non è opponibile il segreto investigativo (...) il precedente specifico cui faccio riferimento riguarda il procuratore della Repubblica di Milano Francesco Saverio Borrelli che quando venne iscritto nel registro delle notizie di reato Silvio Berlusconi informò per le vie brevi il presidente della Repubblica in quanto presidente del Csm".
Ecco poi il passaggio in cui si cita Mattarella. Scrive il Giornale che "dopo avere letto che della loggia Ungheria facevano parte anche due membri del Csm, Davigo racconta di avere avvisato il Quirinale". E dice: "Ritenni necessario informare immediatamente il vicepresidente del Csm (David Ermini, ndr) e per suo tramite il Presidente della Repubblica in quanto presidente del Csm. Ermini ha condiviso questa mia valutazione che tacere questa notizia al presisente della Repubblica avrebbe potuto essere interpretato come sospetto nei suoi confronti e quindi intollerabile (...) lui andò direttamente al Quirinale, al ritorno mi disse che il presidente della Repubblica mi ringraziava delle informazioni fornite e che riteneva per il momento sufficienti quelle informazioni".
Ma il Giornale aggiunge che "Mattarella ha sempre negato di avere appreso notizie sull’indagine milanese". Su Ermini Davigo dice, nei verbali riportati da Il Giornale: "Io solo nei giorni successivi diedi quei file ad Ermini, forse perchè mi chiese circostanze che io non ricordavo e io gli ho detto: senti non me li posso ricordare tutti questi nomi quindi faccio prima se ti do copia del file. Quindi non può avere distrutto immediatamente un bel niente perché glieli ho dati dopo".
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