Cronache
Chi era dj Franchino, il vocalist cantastorie morto a 71 anni
Il vocalist Dj Franchino, al secolo Francesco Principato, aveva 71 anni: si è spento dopo diversi giorni di ricovero
Dj Franchino, chi era il vocalist cantastorie più famoso d'Italia morto a 71 anni
È scomparso ieri pomeriggio il vocalist di fama internazionale, “Franchino”, al secolo Francesco Principato. Aveva 71 anni, e secondo quanto annunciato in un post dai suoi amici e familiari il decesso sarebbero avvenuto dopo alcune settimane di ricovero in ospedale. I funerali si terranno in forma strettamente privata.
— ꜰʀᴀɴᴄʜɪɴᴏ 🥀 (@FranchinoVoice) May 19, 2024
Fu lui a inventare la figura del vocalist, cantastorie applicato alla techno e alla house, dove il suo inconfondibile timbro diventava esso stesso strumento animando le notti di diverse generazioni. Memorabili le favole che raccontava all’inizio del suo set, sussurrando alla folla “noi che vogliamo vivere per vivere, ogni volta che è possibile”. “Bambine e bambini ora vi racconto una favola…”: questa la litania, cadenzata, quasi al rallentatore, tipica di Franchino, insieme a numerosi altri “Magia, magia portami via” o “Vivere per vivere”.
ASCOLTA UNO DEI CAPOLAVORI DI DJ FRANCHINO
Principato ha legato il suo nome a discoteche leggendarie come l’Imperiale e l’Insomnia, anche se la sua carriera da professionista è sbocciata non da giovanissimo: per ben 25 anni, infatti, è stato parrucchiere di giorno e disc jockey di notte. Franchino era arrivato in Toscana da bambino, quando i suoi genitori decisero di trasferirsi per lavoro da Messina nell’Empolese: finite le scuole medie, iniziò a fare il parrucchiere per signore a Firenze e in quegli stessi anni iniziò ad “aggeggiare” agli strumenti di alcuni gruppi musicali. Non ancora maggiorenne mosse i primi passi da dj alla discoteca Seven Eleven di Montelupo. Si trasferì all’Elba, dove aprì un negozio di parrucchiere, ma di notte le sue mani già si muovevano sui dischi alla discoteca Capo Nord.
Nel 1982 Francesco andò in Brasile, e lì nacque il Franchino vocalist, cantando e suonando con band che lo fecero innamorare della musica blues e jazz. Nel 1988, nei locali di tendenza di Ibiza, si iniziava a proporre musica elettronica: Franchino ne restò colpito e capì che su quel sound la sua voce, grazie anche a quanto imparato in Brasile, avrebbe spaccato. Tornato all’Elba, il suo amico dj Miki il Delfino gli fece conoscere l’Imperiale di Tirrenia, uno dei templi della progressive. Lì iniziò a canticchiare una favola ed è in quel momento che nasce il mito. Che nasce anche un mestiere: il vocalist nei clubbing.
La consacrazione arriva nei cinque anni di Insomnia, la famosa Discoacropoli d’Italia: dal 1995 al 2000, ogni sabato sera c’è chi si fa anche ore di pullman per venire ad ascoltare lui, le sue voci campionate e gli effetti sonori. Sono gli anni dove la musica techno decolla, ma anche dello sballo e delle droghe sintetiche. Franchino, in una intervista al Tirreno, ha detto: "Nonostante gli eccessi, non ho mai esagerato. Ho sempre saputo fermarmi prima, capire quando andare oltre era davvero rischioso. Così mi sono salvato da una vita affrontata comunque al massimo". “Vivere per vivere” ripete spesso alla consolle: il suo motto, il suo inno a una vita spesso senza freni, come i suoi mezzanotte-mezzogiorno. La sua voce conquista anche i dancefloor della Riviera Romagnola e di gran parte dell'Italia.
La sua carriera, però, ha una battuta d’arresto agli inizi del Duemila: un brutto carcinoma lo mette a dura prova. Le terapie lasciano il segno. Nella famiglia a Santa Maria a Monte, e nella compagna Michela, trova la cura migliore e riparte, producendo dischi e tornando nei locali. Non più come ai tempi della Divine Stage: la sua voce è debole e stanca per la malattia, ma con i suoi “c’era una volta” continua a riempire i locali di tutta Italia.
Nell’aprile del 2022, Franchino aveva rilasciato una lunga intervista a Fedez ospite del podcast Muschio Selvaggio. “Con Ricky Le Roy, Farfa e Mario Più andavamo avanti anche per 12 ore di fila. Ciò che è stato fatto 25 anni fa oggi possiamo solo ricordarlo, non c’era mai stato né ci sarà più niente di simile al mondo. Chi c’era può dirsi fortunato, chi è sopravvissuto a quel periodo lo legge nella storia“, aveva detto a Libero nel 2017 a proposito delle notti che animava. E aveva aggiunto: “Ho sempre lavorato, sono 50 anni che lavoro, volendo potrei lavorare fino all’ultimo giorno. Oggi il mio lavoro è nella musica. E’ difficile che io smetta di fare musica, di stare in mezzo la musica (…). Franchino alla fine. Nessuna catastrofe potrà tirare giù dal palco il cantastorie della notte”.