Cronache

Storace: "Conte divide i giornalisti anticamorra in prostitute di serie A e B"

Francesco Storace

Storace: "Al premier piacciono le prostitute di serie A, per restare al triste linguaggio del suo vice grillino"

Al premier piacciono le prostitute di serie A, per restare al triste linguaggio del suo vice grillino. Giuseppe Conte è riuscito a Napoli nell’impresa di distinguere fra giornalisti anticamorra, incontrandone tre “importanti” e trascurando tutti gli altri.

Riflettori per Sandro Ruotolo, Salvatore Minieri e Angelo Trocchia, relegati nel dimenticatoio tutti gli altri cronisti – almeno una quarantina – abbandonati al loro destino contro le cosche che infestano la Campania.

Verrebbe da dire tutti ad Arzano, simbolicamente con Mimmo Rubio e i suoi colleghi dopo la gaffe del presidente del consiglio. Eppure la stampa locale è quella più a rischio, perché isolata dai poteri locali (e ora non solo quelli) e contrastata dai delinquenti; ma meno importante evidentemente dell’antimafia più sensibile a certa politica. E quindi più attraente per conformistica sensibilità politica.

Una maglietta rossa non si nega a nessuno.

Conte ha mai sentito parlare delle “stese” di camorra, quando ti sparano sulle finestre di casa per farti sentire la loro presenza minacciosa? Lo convochi a palazzo Chigi, Rubio o uno degli altri che non gli hanno fatto conoscere nonostante i superpagati uomini della sua comunicazione, e scoprirà un mondo fiero che combatte il crimine nel nome della verità e della notizia.

Sono i giornalisti costretti a sfidare le pallottole come le querele temerarie; non hanno testate ricche alle spalle e spesso hanno difficoltà a trovare dove pubblicare i loro articoli. Perché non tutti gli editori hanno coraggio.

Faccio l’esempio Rubio – che non è l’unico – perché ci vorrebbe una classe politica consapevole dei rischi. Ad Arzano da decenni si convive con la denuncia delle infiltrazioni camorristiche nelle istituzioni – di qualunque colore politico – ma tutti si voltano dall’altra parte. E c’è chi fa anche di peggio, magari in maniera inconsapevole, ma grave lo stesso.

Già, perché uno degli interlocutori del premier – all’incontro tenuto venerdi’ scorso al Palazzo Reale di Napoli – non si è fatto mancare la presenza attiva in campagna elettorale per la coalizione che ha vinto le elezione per un’amministrazione a cui non basta certo l’acquasantiera di De Magistris per raccontare di essere fuori dai giri delle cosche.

Perché il clima maleodorante non risparmia nessuno e fiocca la documentazione su chi governa e in che modo. Ma il premier non ha chiesto notizie in merito proprio a Sandro Ruotolo. Giornalista in gamba, per carità, ma che dovrebbe fare attenzione alle compagnie in terra campana.

Dice Rubio di aver avuto solo la vicinanza concreta dei Cinque stelle locali e di Fratelli d’Italia. Vorrebbe capire se nel governo intende far sentire la sua voce almeno Salvini, visto che Conte è arrivato a Napoli e se ne è andato senza ascoltare nessun altro.

Non è detto che solo chi è gradito a certa sinistra sia titolato a raccontare di lotta alle mafie e alle camorre. La pensa al contrario e incredibilmente solo chi sta a palazzo Chigi? Paura di Saviano?

 

Da francestostorace.eu