Cronache

Coronavirus, anche ai Navigator i 600 euro di bonus (più lo stipendio pieno)

Quasi fermi da tre mesi a causa del lockdown, ma doppiamente ricompensati, perchè in quanto co.co.co hanno diriritto al sussidio extra

Coronavirus, anche ai Navigator i 600 euro di bonus (più lo stipendio pieno)

L'emergenza Coronavirus ha travolto tutto e tutti in Italia. Ma sembra esserci una categoria immune a questa pandemia, i Navigator. Questa nuova figura professionale, sembra aver avuto più vantaggi che svantaggi in seguito al diffondersi della malattia e al conseguente lockdown. Non solo si sono ritrovati assunti, - si legge sul Quotidiano Nazionale - in piena pandemia, con contratto di co.co.co con compensi da 28 mila euro l’anno senza neanche avere l’incombenza di doversi dare da fare per guadagnarseli, visto che, di fatto, le attività sono state bloccate, ma da quel che risulta si sono presentati, in gran parte, anche alla cassa dell’Inps per chiedere i 600 euro di bonus per l’emergenza Covid previsti anche per i collaboratori coordinati. Reclutati con una mega-selezione nazionale lo scorso anno, dopo il varo del Reddito di cittadinanza, i navigator sono stati contrattualizzati tra l’estate e l’autunno del 2019 con un rapporto di collaborazione continuata fino alla primavera del 2021: il compenso è di circa 2 mila euro netti mensili.

Nonostante lo stop all’operatività della funzione, i navigator hanno continuato a ricevere il compenso mensile pattuito. E, anzi, hanno trovato il modo di protestare per mantenere (e non si sa se ci sono riusciti) anche il rimborso spese mensile di 300 euro previsto a titolo di rimborso spese forfettario per spostamenti e trasferte.

Ma, come se non bastasse, secondo fonti ben informate, una gran parte di loro ha chiesto e ottenuto anche il bonus di 600 euro previsto come indennizzo dal decreto Cura Italia per le partite Iva e i co. co. co. Su 966 mila persone che percepiscono il Reddito di Cittadinanza in Italia - riporta il Sole 24 Ore - solo un terzo ha firmato il patto di servizio, necessario a far partire l'iter per la ricerca del lavoro. Inoltre, nonostante gli 80 milioni investiti per questo servizio, manca ancora un sistema informatico unitario per condividere le informazioni tra regioni e favorire l'incrocio tra le domande e le offerte di lavoro.