Cronache
Coronavirus, contagi di nuovo in aumento? No, è solo mancata la comunicazione
Da L'Audace, periodico diretto da Mirco Maggi
DATI ODIERNI COVID 19: NON SONO AUMENTATATI I CONTAGI,MA SONO AUMENTATI I TAMPONI EFFETTUATI, E SU QUESTI LAPOSITIVITA' E' RISULTATA ADDIRITTURA ESSERE INFERIORE.
PROTEZIONE E CIVILE E REGIONE LOMBARDIA: OGGI E' MANCATA LA "COMUNICAZIONE", E NON E' STATA DATA ALCUNA SPIEGAZIONE.
IL TREND NON HA SMESSO DI SCENDERE, E A MILANO CI SONO STATI ANCHE MENO RICOVERI E PIU' GUARIGIONI.
di Angelo Caiazza (Data Analyst)
Il trend dei contagi da Covid 19 in Lombardia continua la fase di miglioramento iniziata lunedì 22 marzo.Il trend del numero dei nuovi contagi peggiora rispetto a ieri essendo aumentato di 6.153 contro l’aumento di 5.209 di ieri. Tuttavia, il dato va relazionato al numero dei tamponi effettuati che è passato dai 27.481 di ieri ai 36.615 di oggi. Infatti, il rapporto nuovi casi su tamponi effettuati scende dal 19% (5.209/27.481) di ieri al 16,8% di oggi. In riferimento alla Lombardia c’è stato un incremento dei contagiati che sono passati dai 1643 di ieri ai 2453 di oggi. L’incremento di 900 va anche in parte spiegato dal numero dei tamponi effettuati che sono passati da 4.971 a 6.047. Anche il dato dei morti giornalieri è in lieve miglioramento, e il dato dei ricoverati in terapia intensiva risulta essere di 123 contro i 96 di ieri, un dato leggermente più alto, ma basso rispetto ai picchi di oltre 200 dei giorni scorsi. I nuovi dimessi sono fondamentalmente stabili passando dai 1.036 di ieri ai 999 di oggi. (vedi grafico nella sezioni immagini del trend dei nuovi contagiati e dei tamponi effettuati giornalieri)
a cura della redazione de L'Audace
Oggi il sistema di informazione della protezione Civile e della Regione Lombardia è andato in crash. Il dare i dati nudi e crudi di un aumento dei contagiati (senza spiegarne le motivazioni, le cause e gli effetti) ha letteralmente mandato nello sconforto gli italiani (specialmente i residenti in Lombardia già provati da un numero elevato di casi).
Questo l'asettico dato annunciato stasera (ieri sera, ndr) nella sola Lombardia: +2543 casi, 387 i deceduti. E a Milano e provincia 848 nuovi casi, che portano il totale a 6922. Dopo quattro giorni di trend in discesa, è questo un numero che sconforta e manda nel panico i cittadìni. Ma è solo un numero che doveva essere interpretato e spiegato, perchè si tratta di un dato "sensibile" che non è possibile fornire senza motivarne la reale consistenza, come invece abbiamo cercato di fare noi de L'Audace, chiedendo ad un noto analista di Milano, il dottor Angelo Caiazza, di poterci spiegare meglio cosa è realmente accaduto e perchè (come avete potuto leggere in apertura di servizio).
Sull'argomento è intervenuto anche il prof. Perno del nosocomio milanese Niguarda: «questi numeri non rappresentano le nuove infezioni ma le nuove diagnosi, se consideriamo anche l’aumento dei dimessi, 1501, un cauto ottimismo può esserci». Carlo Federico Perno, professore dell’Università di Milano e direttore del dipartimento di Analisi chimico cliniche e microbiologia dell’ospedale Niguarda di Milano, ha così interpretato i numeri di oggi: «credo che i dati vadano visti con una certa articolazione e nella loro interezza. I numeri ci dicono oggi che ci sono degli aumenti dei nuovi positivi e dei guariti. Questi numeri non rappresentano le nuove infezioni ma le nuove diagnosi. Oggi misuriamo chi si è infettato tra 7 e 14 giorni fa e che oggi comincia ad avere sintomi. Nel momento in cui aumentiamo la tamponatura inevitabilmente assistiamo ad un aumento dei casi positivi, che altro non sono che nuove diagnosi. Anche i guariti stanno progressivamente aumentando. Guardando i guariti, i decessi e i nuovi casi, credo che si possa continuare ad avere un cauto ottimismo come c’è stato nei giorni scorsi». Perno ha evidenziato che: «al Niguarda è aumentato moltissimo il numero di tamponi su cui abbiamo dovuto lavorare, ma la percentuale di positivi non è aumentata, è rimasta la medesima, e il dato ci viene confermato dagli accessi al Pronto soccorso». Infine, ha concluso il professore «il fatto che i guariti stiano rapidissimamente aumentando, ci fa pensare che stia succedendo qualcosa tra la popolazione e noi stiamo cercando di capire cosa». Secondo il medico con il nuovo metodo, andando a tamponare gli operatori ed entrando anche nelle Rsa «lentamente stiamo cercando di capire che cosa avviene nella popolazione e stiamo uscendo dal ghetto dell’analisi delle sole persone gravi che necessitano di ricovero, per andare a capire cosa avviene sul territorio».
"Quando ho visto il dato così forte ho chiamato gli ospedali milanesi, che però non hanno evidenziato una crescita di accessi ai pronti soccorsi - ha spiegato in serata l'Assessore Gallera della Regione Lombardia - Viviamo tutti una pressione, una fatica anche psicologica gigantesca e quando ho letto questi dati, ho sentito un peso, poi mi sono confrontato con gli esperti e forse ho capito che sono dati legati a una strategia un po’ diversa, a un allargamento dei tamponi fatti e quindi non prendiamoli in maniera così negativa".