Cronache
Cospito, il pg della Cassazione contro Nordio: "Il 41 bis va motivato meglio"
Il procuratore generale Luigi Salvato e il suo vice Pietro Gaeta denunciano una "carenza di fattualità" sulla decisione presa dal ministro
Cospito, la decisione di Nordio potrebbe essere ribaltata. Ecco perchè
Si continua a discutere del caso Cospito. Se da un punto di vista politico la questione sembra chiusa, con Delmastro e Donzelli di Fdi che, salvo clamorosi colpi di scena, dovrebbero rimanere al loro posto, la vicenda giudiziaria invece è ancora aperta. E rischia - si legge sul Corriere della Sera - di allungarsi ben oltre il termine del 24 febbraio, quando è fissata l’udienza davanti alla Corte di cassazione alla quale si è rivolto il difensore dell’anarchico per chiedere l’annullamento della conferma del "carcere duro" per il suo assistito, decisa dal tribunale di sorveglianza di Roma. I "giudici di legittimità" potrebbero infatti bocciare quel provvedimento rispendendolo agli stessi magistrati che lo hanno emesso a dicembre, per motivarlo meglio. L’ipotesi di un «annullamento con rinvio» del provvedimento è diventata più probabile — non certa — dopo che la Procura generale, in rappresentanza dell’accusa, ha depositato la propria requisitoria nella quale sollecita esattamente questo esito: non la revoca del «41 bis», come anticipato da qualcuno, bensì una riconsiderazione dei magistrati che l’hanno confermato.
Dal momento che la loro decisione - prosegue il Corriere - non ha risposto adeguatamente alle lamentele della difesa. In particolare sui collegamenti tuttora in atto tra il detenuto e l’associazione sovversiva "di appartenenza", in grado di rafforzare l’attività della stessa associazione, che non si possono interrompere se non con il "carcere duro"; un punto sul quale il procuratore generale Luigi Salvato e il suo vice Pietro Gaeta (estensore della requisitoria) denunciano una "carenza di fattualità". A questi rilievi — dice ora la Procura generale, d’accordo con il difensore — i giudici di sorveglianza non hanno dato adeguata risposta. Si può arrivare al «carcere duro» solo quando altre misure risultino inefficaci o inutili, e questo non è stato dimostrato a sufficienza.