Cronache

Crotone tra i sette progetti di depositi costieri, opportunità per l'economia

Eduardo Cagnazzi

Ionio Fuel: "Ne trarrà beneficio tutto il Sud, non solo il comparto marittimo". A tutt'oggi mancano nel Paese reti di vendita del gas naturale liquefatto

Con 81 distributori stradali di Gas naturale liquefatto in attività lungo la penisola (dato Assogas liquidi riferito al primo semestre del 2020) l’Italia si conferma primo paese europeo nel settore davanti a Spagna (51) e Francia (37). Allo sviluppo dei punti vendita del gas naturale liquefatto per il trasporto pesante fa da contraltare, paradossalmente, la totale mancanza di punti di approvvigionamento della materia prima. In Italia, infatti, mancano punti di stoccaggio, pertanto la rete di distribuzione terrestre è costretta a rifornirsi all’estero. Una mancanza infrastrutturale che pesa anche sul comparto marittimo. A fronte dei grossi investimenti dei maggiori player crocieristici (Costa ed Msc crociere, tra gli altri) in unità con propulsione a Gnl il territorio nazionale (l’Italia, è bene ricordare, rappresenta uno dei maggiori mercati crocieristici nel Mediterraneo) non è ancora attrezzato per il bunkeraggio. Operazione, per le navi come Aida Nova e Costa Smeralda già in servizio, che viene effettuata prevalentemente a Marsiglia o Barcellona.

A correggere il tiro, entro la fine di quest’anno, è prevista l’entrata in servizio del deposito di Gnl di Oristano. Nel 2022, poi, dovrebbe essere la volta di Ravenna. Un passo avanti verso il completamento di una moderna ed efficiente rete di stoccaggio nazionale cui potrebbero contribuire una serie di progetti “small scale” in via di definizione a Venezia, Brindisi, Napoli e Livorno.

Nel novero rientra anche la proposta avanzata da Ionio Fuel per la costruzione di un deposito da 20mila metri cubi nell’area industriale ex Corap di Crotone. Con un obiettivo preciso: valorizzare la posizione strategica dell’area, al centro del Mediterraneo, sia per intercettare il traffico marittimo sia per alimentare la rete del Sud Italia di distribuzione per il traffico pesante.

Ottenuto il nulla osta alla fattibilità dell’impianto da parte del Comitato tecnico regionale, il progetto è attualmente al vaglio del ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, con l’apertura della fase di procedibilità prevista dall’iter per la Valutazione di impatto ambientale. Nel frattempo Ionio Fuel ha siglato un accordo vincolante per l’acquisto dei terreni su cui dovrebbe sorgere l’infrastruttura. Tempo previsto per l’avvio dei lavori: fine 2022.

Fermo restando tutti gli iter autorizzativi e burocratici da scollinare e la paventata “resistenza” al proseguimento della proposta di Ionio Fuel agitata negli ultimi giorni da Federpetroli. L’associazione in una comunicazione a Confindustria Crotone ha infatti riesumato un vecchio protocollo d’intesa firmato nel 2017 per lo sviluppo comune di attività industriali legate al Gnl, lamentando il mancato coinvolgimento nell’iniziativa in corso. In attesa delle eventuali rimostranze avanzate dalla federazione c’è da sottolineare che il documento, di durata biennale, non ha mai visto l’attuazione delle misure previste, tra cui l’istituzione di tavoli di confronto tra le relative aziende associate. Stupisce, pertanto, sottolinea una nota di Ionio Fuel, “l’improvviso accendersi dell’attenzione sul tema, in concomitanza con un’iniziativa che, partita da un costante, e non sempre agevole, confronto con il territorio è impegnata a costruire un regolare dialogo dal basso sul futuro industriale dell’area e l’inserimento di Crotone nei processi  di transizione energetica in atto a livello internazionale”.

Ionio Fuel, prosegue la nota, “ha inteso avanzare la sua proposta secondo questo modello, i cui risultati concreti sono evidenziati dal costante progresso dei complessi iter autorizzativi previsti in un settore così delicato sotto l’aspetto industriale, sociale e ambientale. Sarebbe un peccato inciampare negli ultimi metri del tragitto, per ostacoli frapposti da interessi finora indifferenti al destino del territorio”. Un peccato soprattutto per Crotone e le potenzialità di volano che un intervento infrastrutturale così importante potrebbe innescare.